Vertenza Motori Minarelli: senza battaglia generale la sconfitta è inevitabile

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Non si può e non si deve rimproverare nulla alle lavoratrici ed ai lavoratori della motori minarelli di Bologna ed alla loro RSU. Hanno combattuto una dura battaglia contro l'ennesima ristrutturazione che cancella occupazione e che mette a rischio la permanenza stessa  dello stabilimento. Lo hanno fatto con coraggio e determinazione.  Il bilancio della vertenza però   ha il sapore amaro della sconfitta.  Certo gli importi messi a disposizione come incentivo all'esodo sono significativi. Tuttavia l'azienda è passata, incassando la certezza dei licenziamenti.

Si può addebitare la responsabilità alla politica, all'indifferenza delle istituzioni o ancora all'insipienza del ministero dello sviluppo economico. Tutti elementi reali ma che, da soli, non giustificano la sconfitta e soprattutto non consentono di affrontare il vero nodo: il ruolo del sindacato. Senza la ripresa di una battaglia generale che imponga una diversa agenda alla politica ogni singola vertenza è destinata quasi inevitabilmente alla sconfitta, alla contrattazione del meno peggio. Riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, ricostruzione di un sistema di ammortizzatori sociali adeguato, lotta contro il Jobs Act, cancellazione della legge Fornero, obbligo sociale all'impresa multinazionale, nazionalizzazioni.

Questi i temi principali su cui un sindacato che volesse davvero rispondere ai lavoratori  che lottano per difendere occupazione e fabbrica si deve impegnare.

Un sindacato che ha perso, per sua scelta, ogni ruolo antagonista rispetto al governo ed alle imprese non può che ridursi alla pratica della riduzione del danno. Come è noto tale pratica è il danno stesso, quello che alimenta rassegnazione, passività e perdita di ogni senso dell'iniziativa sindacale. Siamo vicini ai lavoratori ed alle lavoratrici della Motori Minarelli.

Lo siamo davvero senza se e senza ma.


Unione Sindacale di Base Lavoro Privato