Cremonini che fa? Presi i benefici del Jobs Act scappa?

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Con una operazione che ha destato non pochi dubbi, INALCA spa (gruppo Cremonini) disdisse, anticipatamente, nel maggio 2015 il contratto di appalto con le cooperative Consorzio Euro 2000 e King Service e fece riassumere tutti i lavoratori con contratto di lavoro somministrato a tempo determinato per 6 mesi dall'agenzia per il Lavoro Trenkwalder (dall'01/06/15 al 16/12/15), non rispettando in questo i limiti di legge nel rapporto tra i contratti a tempo determinato e quelli indeterminati.


Successivamente in data 17/12/15 li fece riassumere tutti tramite la Ges.Car. Srl (100% proprietà INALCA) a tempo indeterminato usufruendo dei benefici del Jobs Act, cioè senza articolo 18, e con gli sgravi contributivi previsti in Legge Stabilità 2015).


Grazie a queste regalie ai padroni concesse dell'allora governo Renzi, Cremonini ha avuto la possibilità di ottenere esoneri contributivi per i circa 900 dipendenti degli stabilimenti di Ospedaletto Lodigiano, Modena, Rieti ed Avellino per una cifra che è stata stimata in circa 14 milioni di euro (fino a 8.060 euro per ogni lavoratore/anno per tre annualità).


Questo è il Jobs Act: possibilità di licenziare senza l'art. 18, possibilità di non pagare i contributi dei lavoratori, anche se il tuo fatturato è di 3 miliardi e mezzo di euro all'anno, se assumi a tempo indeterminato.


In realtà non c'è stato alcun incremento occupazionale perché i lavoratori di Cremonini quelli erano e quelli sono rimasti (semplicemente hanno cambiato “scatola”) e noi tutti, normali cittadini abbiamo pagato le tasse per regalare sgravi alla famiglia Cremonini.


Non va dimenticata un'altra cosa: le cooperative Consorzio Euro 2000 e King Service sono finite in liquidazione amministrativa coatta e quindi non hanno erogato TFR e stipendi ai lavoratori.


La legge prevede che nel caso di insolvenza da parte dell'appaltatore (le coop) debba intervenire, in quanto responsabile solidale, il committente (in questo caso Cremonini), ma con il benestare dei sindacati complici questo passaggio è stato saltato e i lavoratori si sono rivolti al fondo di garanzia dell’INPS (sempre soldi pubblici), con un bel risparmio per la multinazionale con casa a Modena.


Tutto questo meccanismo è stato giudicato truffaldino dagli investigatori della Procura di Modena e infatti il PM Enrico Stefani ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Ges.Car, del responsabile del personale e di due dirigenti.
Oggi apprendiamo che INALCA, forse a fine anno, intenderebbe ritornare al sistema delle cooperative (cioè licenzierà i lavoratori per la cui assunzione diretta ha risparmiato svariati milioni di euro) per reimmetterli in qualche “scatola” cooperativa o similare.


Se così fosse Cremonini riuscirebbe a battere il record mondiale di puntualità: usare i benefici del Jobs Act finché gli interessa e alla scadenza dei tempi una pedata nel sedere ai lavoratori per scaricarli di nuovo in qualche coop che magari si “dimenticherà” di versare il TFR o fallirà.


USB non accetterà che a fine anno i lavoratori vengano nuovamente collocati in posizioni contrattuali di forte precarietà e NON ACCETTA LE CONDIZIONI DI LAVORO SCHIAVISTICHE IMPOSTE NELLO STABILIMENTO DI OSPEDALETTO LODIGIANO, OVE I RITMI E I CARICHI SONO TALI DA PROVOCARE GRAVI PATOLOGIE PROFESSIONALI E VI E’IL PIU' TOTALE DISPREZZO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO.


Nonostante i licenziamenti, gli incentivi ad andarsene offerti ai lavoratori, molti dei quali nostri iscritti, i trasferimenti punitivi, USB non molla e non si arrende; se i lavoratori verranno nuovamente esternalizzati USB chiederà l'intervento dell'INPS e dei Ministeri competenti per impedire che si speculi ancora sulla pelle di chi lavora.


USB FA APPELLO AI LAVORATORI PERCHE' DA SUBITO SI SVILUPPI UNA FORTE MOBILITAZIONE IN DIFESA DEL POSTO DI LAVORO, DEI DIRITTI, DELLA SICUREZZA E DELLA DIGNITA'.



USB LAVORO PRIVATO