Magneti Marelli: a Sulmona apre a parole ma passano i 18 turni

Nei giorni scorsi Fim-Fiom-Uilm-Uglm-Fismic hanno sottoscritto un'intesa sull'organizzazione del lavoro per lo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona. L'accordo arriva a conclusione di una bella, molto partecipata e importante mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici sostenuta anche dalla fiom contro l'adozione dei 18 turni. La stampa ha dato grande risalto all'accordo non certo per i contenuti dello stesso quanto piuttosto per i rapporti tra Fca e fiom come parte del disgelo tra Landini e Marchionne. Tuttavia la lettura dell'accordo non induce, purtroppo, a considerarlo come una conquista delle lotte dei lavoratori. Il punto di fondo su cui si è giocato lo scontro riguardava la condizione del lavoro, l'adozione dei  18 turni. Su questo hanno scioperato le lavoratrici e i lavoratori ma è purtroppo passata l'azienda, che incassa così una turnistica che trasforma i sabati in giornate lavorative concedendo poco o  nulla in cambio.   Lo stop al contratto di solidarietà è un atto dovuto in presenza di una crescita di volumi che porta da 15 a 18 i turni. Le stesse enfatizzate 43 assunzioni non sono altro che un progressivo inserimento di lavoratori somministrati, niente di strutturale quindi. L'intesa prevede inoltre un intervento a sostegno della piena funzionalità del reparto manutenzione. Infine l'azienda si impegna a incontri mensili di verifica dei carichi e delle condizioni di lavoro con la Rsa e ( in applicazione della legge..) con gli Rls. Il nostro giudizio sull'accordo è negativo. Passano i 18 turni, senza alcuna attenuazione, con tutto ciò che questo comporta per la vita concreta dei lavoratori e delle lavoratrici. La lotta che si è espressa in queste settimane meritava un risultato diverso. La contrarietà ai 18 turni non è una mera questione sindacale. Gli orari di lavoro rappresentano la qualità della vita, danno la misura del grado di proprietà della propria vita per un lavoratore. Misurano inoltre la forza sindacale, la capacità cioè di imporre alle imprese un modo di produrre che non scarichi su chi lavora i costi della ricerca spasmodica dei profitti e il taglio degli investimenti. L'accordo in sostanza consente alla Magneti Marelli di fronteggiare una salita produttiva importante aumentando il tasso di sfruttamento degli impianti esistenti e dei lavoratori stessi. Per Usb l'accordo di Sulmona non è un modello positivo, non è alternativo all'organizzazione del lavoro disegnata dall'accordo del CCSL. Noi continueremo a opporci.  


Usb Lavoro privato