Le narrazioni di AST e il portafogli più leggero

Terni -

Ci siamo stupiti, l'altro ieri, nel leggere l'articolo riguardante i risultati del questionario proposto ai colleghi lo scorso settembre. Sembra sia passata l'idea di una comunità di lavoratori contenta ed orgogliosa di far parte di un grande gruppo multinazionale che a Terni investe in capitale umano, oltre che in rinnovi impiantistici. Al netto dell'orgoglio quale sentimento soggettivo, rappresentato molto bene dalle grandi tavole dello step “passion" che nella maggioranza dei casi hanno visto dipinti i forni, i rotoli di acciaio, la cascata delle marmore e non il logo della ThyssenKrupp, ci preme comunque fare qualche precisazione in merito:
•    cosa ne penseranno dell'orgoglio i lavoratori della Terninox di Ancona?
•    come mai l'azienda ha omesso i risultati del questionario inerenti allo stipendio?
Ogni volta che ci confrontiamo con i colleghi, l'aspetto legato al salario insufficiente e ulteriormente depotenziato dall'accordo sottoscritto al Mise è dirimente.
Considerando l’anno fiscale 2015/2016, che ha visto l'Ast tornare in attivo con un guadagno di 3.3 milioni di euro e il +25% di venduto nel primo trimestre 2016/2017:
•    perché ancora non sono previsti investimenti nell'area a caldo che, essendo la parte più vecchia dell'azienda, ha urgente bisogno di un revamping generale?
•    Visto il pessimo e pericoloso rinnovo del CCNL che privilegia la contrattazione di secondo livello, perché non si inizia una vertenza per ridiscutere il rinnovo della piattaforma interna, scaduta ormai da anni, per tornare ad individuare nuovi parametri per nuovi premi di produzione?
•    Perché, visto che in TK sono tanto orgogliosi di noi, non si inizia a parlare di accordi salariali e tutelativi come quelli della TK in Germania?
•    Se la risposta negativa di lorsignori dirigenti è relativa alla crisi e alla ristrutturazione in atto, perché non si inizia a parlare di taglio agli stipendi dei dirigenti stessi?
Questo non è populismo, è semplicemente una proposta di redistribuzione della ricchezza: chi più guadagna più ceda. D'altronde la fabbrica la mandano avanti i lavoratori, quindi sarebbe il caso di farli continuare ad essere orgogliosi di questa azienda.
                                                LA RSA-AST TERNI S.P.A.

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