Tragedia sfiorata alla Techno Sky di Milano, dove la sicurezza è un optional

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Non avremmo mai voluto intervenire su un episodio grave, che ha visto come incolpevoli protagonisti due lavoratori di Milano ACC e Linate C.A. ma il nostro silenzio ci renderebbe complici di una situazione che non può e non deve rimanere sottaciuta.

Nel tardo pomeriggio di sabato 24 giugno, è stato richiesto al personale dei Sistemi Tecnologici Techno Sky un intervento presso una cabina di Media Tensione (24.000 Volt) posta all'interno del sedime dell'aeroporto privato ATA in Viale dell'Aviazione, ma che rientra nel sistema di alimentazione elettrica del RADAR di Lambro, contenente un dispositivo di sezionamento il cui scopo è proteggere la linea elettrica dell'ente
fornitore, collegata ad altri impianti, da possibili guasti alle utenze di ENAV.
Il personale intervenuto ha trovato la porta aperta e riscontrato odore di bruciato, ragione per cui sono stati immediatamente informati telefonicamente i loro diretti responsabili di Milano ACC e della relativa area di Linate C.A., comunicando contestualmente tutte le anomalie segnalate dal sistema di monitoraggio e
suggerendo di non effettuare interventi in cabina senza aver prima effettuato le verifiche, previste anche dalle procedure, per accertare le possibili cause dello sgancio dell'interruttore di protezione.
Dopo circa mezz'ora i responsabili chiedevano al personale di procedere comunque alla manovra di chiusura del dispositivo, in quanto dalle loro valutazioni a distanza non sarebbero dovute essere presenti avarie a valle della cabina.
A causa delle forti pressioni psicologiche e le vessazioni esercitate da tempo da parte dell’azienda sul personale i tecnici non se la sono sentita di rifiutare, non senza prendere opportune tutele dettate dalla loro preparazione ed esperienza professionale e recuperata una canalina di plastica isolante tentavano la
pericolosa manovra azionando il dispositivo dalla massima distanza possibile dall’esterno della cabina.
Proprio questa precauzione evitava il peggio: la manovra generava un'esplosione all'interno del quadro che li avrebbe altrimenti investiti con possibili conseguenze anche mortali.
L’esperienza e la conoscenza del personale, più che il caso, evitavano il peggio provocando nel personale “solo” un forte shock causato dal forte colpo. Shock che ora pervade la rappresentanza sindacale e tutti i colleghi per il pericolo a cui il personale viene esposto quotidianamente con leggerezza, se rifiuti un ordine o se lo discuti anche legittimamente diventi un problema da sopprimere, tanto che addirittura a seguito dell’episodio, vissuto in diretta anche dai responsabili che erano collegati al telefono durante la manovra ed hanno avvertito il forte rumore della deflagrazione, la prima richiesta fatta al personale non riguardava la salute ma lo stato degli apparati che potevano essersi spenti e quindi di recarsi immediatamente a controllarli.
L’indagine immediatamente seguita al fatto ha evidenziato che nella stessa mattinata, a seguito di un secondo intervento in altra struttura sempre nel sedime ATA, si era verificato nello stesso impianto un primo incidente nel quale l’esplosione aveva provocato l'apertura della porta, verificata da personale della società di gestione aeroportuale SEA, che ha in comune con ENAV la gestione della cabina in oggetto, e che si sarebbe quindi limitato solo a richiudere l'accesso ed avvertire la propria linea aziendale.
Questo evento giustifica in pieno l’odore di odore di bruciato rilevato dal personale Techno Sky che avrebbe certamente rifiutato la manovra, seppur sotto pressione, se a conoscenza dell’antefatto che, contrariamente a quanto è obbligatoriamente dovuto e razionale, sembra non essere stato tracciato correttamente.
Pressioni, vessazioni e procedure non rispettate sono atteggiamenti non solo discutibili ma da condannare perché stanno portando alla costante esposizione del personale a pericoli di tutti i generi, soprattutto perché inducono personale capace e preparato ad esporsi ad inutili rischi per soddisfare le sempre crescenti richieste aziendali di aumento di carichi di lavoro e diminuzione del personale in assenza di adeguata risposta organizzativa.
Il non ottemperare a disposizioni al limite della legittimità, sia per demansionamento che per esposizione al pericolo, porta sistematicamente all’emissione di procedure di richiamo o, quando si è fortunati, all’isolamento ed al ricatto al personale.
Questo clima, favorito anche dall’arrivismo di alcuni, non può continuare, il personale di Milano Linate, ATC e Monte Settepani è arrivato al terzo sciopero proprio sui temi dell’organizzazione aziendale, i carichi di lavoro e la sicurezza del personale che è ormai evidente essere oggetto di una carente gestione a favore del risparmio a tutti i costi.
Nel caso specifico la manutenzione nei sistemi di Media Tensione prevede normative estremamente stringenti contenute nella CEI 78-17 di luglio 2015, che abroga con opportune integrazioni la CEI 0-15, dove non si escludono, per inottemperanza alle stesse, sanzioni previste dall'art. 68 del codice penale (responsabilità anche quando questa non risulta essere causa diretta d'infortunio), i soggetti chiamati a rispondere sono il proprietario dell'impianto e chi si occupa della gestione della manutenzione, anche nel caso quest'ultimo lo appalti a terzi, ogni intervento deve essere preventivamente messo in atto solo dopo obblighi inderogabili.
Tutto ciò fa risultare evidente come nel caso in esame doveva essere interessato il fornitore di energia elettrica e l'avvio di uno specifico piano di lavoro prevedendo il coinvolgimento obbligatorio di specifiche figure professionali con un ruolo ben definiti, poiché ogni postazione interessata dalla presenza di sistemi di MT, durante le manovre, deve essere presidiata con personale addestrato e riconosciuto. Non sono ammesse deroghe di alcun tipo.
L’approssimazione e sottovalutazione di TECHNO SKY nel fatto specifico, ma anche nella gestione generale degli impianti, è ormai giunta al limite, non si può continuare così, da mesi denunciamo queste carenze e la vertenza in atto dal 13 aprile 2016 per carenze di organico, spostamenti ingiustificati di personale da un'area all'altra ove spesso ci sono implicazioni tecniche importanti, è la dimostrazione che la misura è colma.
Il mero calcolo matematico delle ore di impegno di ogni singolo lavoratore, tipico delle repliche della D.A., che giustificano un “utilizzo” freddo ed insensibile del personale che ha invece necessità di poter operare serenamente e con professionalità che non si costruiscono con corsi di formazione replicati approssimativamente, ma con seria e costante attività specifica non è più tollerabile.
Quelle che fino a ieri potevano sembrare considerazioni delle RSU sono oggi diventate con forza ed evidenza delle “serie denunce” che non possono essere propagandate dalla DA come una richiesta dei lavoratori di voler continuare a “giovarsi” di inesistenti condizioni di privilegio nelle quali il personale “vive in comodità”.
NON E' COSI': le lotte che si stanno mettendo in campo non sono una prova forza reciproca tra DA ed RSU nella speranza aziendale che possa prevalere la delusione e la stanchezza nei lavoratori, oltretutto ostacolati da un'assurda legislazione in tema di sciopero, che li penalizza ingiustificatamente. Le lotte che si stanno mettendo in campo, invece, sono la risposta all'atteggiamento arrogante aziendale che riduce ad un mero problema di profitto, oltretutto in situazione di ampia ricchezza aziendale del “gruppo”, quello che è dignità e rispetto per i lavoratori e la prova di quanto l’argomento sia sentito è proprio l’ampia adesione agli scioperi nonostante le difficoltà imposte dall’iniqua interpretazione della legge.
Oggi si è scampato un pericolo, per quanto tempo potremo ancora dirlo? Fortunatamente l’incidente non ha avuto gravi conseguenze, grazie all’intuito ed alla preparazione del personale, evidenza anche questa del fatto che noi RSU abbiamo sempre avuto ragione.

Invitiamo quindi TUTTI i lavoratori interpellati a qualsiasi titolo sul grave episodio in oggetto di evitare dal rispondere ad qualsiasi richiesta di informazioni in merito, in assenza dell’assistenza delle RSU e RLS alle quali chiediamo di riferire prontamente ed evidenziamo che a seguito di questo fatto le iniziative di lotta previste per il 7 fino al 26 luglio, con il blocco della reperibilità, straordinario e flessibilità e lo sciopero di 24 ore nel giorno 9 luglio, acquistano oggi un significato ancor più pesante e legittimo in merito alle richieste oggetto della vertenza per la quale come RSU ci aspettiamo l’impegno di TUTTI i lavoratori.

Data la gravità del fatto che per fortuna non ha avuto conseguenze, ma che non può essere affrontato con leggerezza, questo comunicato sarà portato a conoscenza di tutti i soggetti coinvolti con le problematiche in esso evidenziate e per le quali ci riserviamo di attivare i legali delle nostre OOSS per la necessaria inchiesta presso la Procura della Repubblica onde accertare eventuali lacune e/o omissioni a norma di legge.

Chiediamo fin d’ora un confronto tra RLS, controparte aziendale ed enti preposti, per valutare ogni aspetto relativo alla sicurezza dei lavoratori nella struttura in esame.

RSU Techno Sky
Milano ACC, Linate C.A. e Monte Settepani