Gli autoferrotranvieri USB nello sciopero generale del 10 novembre 2017

Nazionale -

DIFENDERE L'ESERCIZIO DEL DIRITTO DI SCIOPERO, RILANCIARE LE POLITICHE OCCUPAZIONALI, LO STATO SOCIALE, I SALARI DEI LAVORATORI, LA TUTELA DEI BENI COMUNI.

Il 30 novembre prossimo scade il termine ultimo per la presentazione, da parte degli enti pubblici, dei piani di dismissione/fusione/chiusura che il governo chiama di razionalizzazione, delle aziende pubbliche partecipate, contenuti nella nefasta riforma della Pubblica Amministrazione emanata dalla Madia sotto il governo Renzi. L'obiettivo è la privatizzazione dei servizi che determinano ingenti profitti per gli speculatori privati, l’aumento dei costi per gli utenti con un esubero di personale previsto di oltre 300.000 lavoratori e l’applicazione, anche ai dipendenti delle partecipate, delle norme relative agli ammortizzatori sociali così come ridisegnati dal Jobs ACT insieme alle regole sulle crisi d’impresa e legge fallimentare, con una parificazione alle società private;

•    vogliono continuare a trasferire ricchezza agli imprenditori depredando denaro pubblico con la promessa che privatizzando ci sarà un miglioramento degli standard del servizio
•    vogliono rendere “compatibile” il costo del servizio agendo sui diritti dei lavoratori, precarizzando il rapporto di lavoro per renderli più ricattabili
•    vogliono aumentare i costi del servizio a carico dei cittadini e alle famiglie

Questo è il futuro che il parlamento vuole riservare a questa categoria, a questo settore strategico per la crescita economica dei territori ed essenziale per i cittadini.

L’Unione Sindacale di Base ha più volte denunciato le tragiche conseguenze di tale riforma, mettendo al centro i pericoli che ne derivano, tra cui il fatto che, dove le amministrazioni non presentassero nei termini indicati i piani delle razionalizzazioni, la palla passerebbe alle Regioni e poi direttamente al governo che deciderà le società pubbliche da eliminare.

L'attacco ai lavoratori dei trasporti passa pesantemente e in forma autoritaria anche attraverso la repressione dell'esercizio del diritto dello sciopero; una repressione che non ha precedenti storici con il chiaro obiettivo di colpire il dissenso dei lavoratori che sale sempre più forte nel momento in cui sta emergendo il disastro a cui, Governo e partiti, stanno conducendo il Paese con le loro politiche suicide; stringere le maglie dell’esercizio democratico e cosciente dello sciopero significa ridurre la possibilità che attraverso il conflitto la parte debole della società possa modificare in meglio la propria condizione lavorativa ed economica.
Chi oggi chiede con forza un inasprimento della normativa sullo sciopero ha in mente di sottrarre il diritto allo sciopero ai singoli lavoratori per attribuirlo alle organizzazioni sindacali, negando così il principio secondo cui lo sciopero è un diritto soggettivo del lavoratore che lo esercita collettivamente.

C’E’ BISOGNO DI FERMARE IL PAESE, DI TORNARE NELLE PIAZZE

10 novembre 2017 SCIOPERO GENERALE NAZIONALE di 24 ORE
convocato da USB, Confederazione Cobas e Cib Unicobas, con manifestazioni nelle principali città

11 novembre 2017  MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
promossa dalla piattaforma sociale Eurostop

 

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