Accoglienza, il decreto Salvini cancella 40mila posti di lavoro. Assemblea con USB il 13 febbraio

Roma -

L’entrata in vigore del decreto Salvini preannuncia circa 40 mila esuberi degli addetti all’accoglienza su tutto il territorio nazionale, che rappresentano il 40% dei lavoratori dipendenti impiegati nel settore. Il primo a chiudere in ordine di tempo è il CARA di Castelnuovo di Porto con un numero di licenziamenti che varia da 60 a 100.

Sono a rischio gli operatori e le operatrici di SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), CARA (Centri Accoglienza Richiedenti Asilo) e CAS (Centri Accoglienza Straordinaria) su tutto il territorio nazionale. Un colpo mortale al sistema dell'accoglienza e un attacco senza precedenti all'occupazione.

I 105.000 lavoratori dell'accoglienza sono tutti a rischio! Cooperative e aziende stanno informando i propri dipendenti che si troveranno costrette a tagliare pesantemente sul personale a causa delle forti riduzioni previste dal decreto.

È inaccettabile che il “governo del cambiamento” mentre annuncia il varo del Reddito di cittadinanza come misura di “politica attiva” per spingere al lavoro migliaia di persone, contemporaneamente predisponga il taglio netto di decine di migliaia di posti di lavoro. Professionalità e competenze vengono buttate a mare e anni di lavoro spesso precario e malpagato si concludono con un clamoroso benservito. Non possiamo stare a guardare

Assemblea generale degli operatori e delle operatrici dell'accoglienza

Mercoledì 13 febbraio ore 15 a Roma in Via Giolitti 231



per la salvaguardia dei posti di lavoro
per l'apertura di un tavolo di crisi al Ministero del lavoro per tutti i lavoratori e le aziende dell'accoglienza
per la revisione del sistema accoglienza che passi dal piano emergenziale messo in atto negli ultimi anni ad un piano che preveda percorsi di integrazione sociale ricollocando i lavoratori e le lavoratrici ed includendo i migranti

Unione Sindacale di Base Lavoro Privato

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