La condanna più sporca di Sky: illegittimo trasferire a oltre 500 km da casa una madre di figlio con disabilità

Roma -

Dopo i licenziamenti per infedeltà, Sky esagera di nuovo. I più deboli sono le vittime preferite dall'azienda: donne, madri, disabili. Ma la legge è legge.

Dove deve arrivare il comportamento scorretto nei confronti dei lavoratori in un Paese che si dice democratico perché se ne torni a parlare almeno su UN giornale?

La strage sociale avviata due anni fa da Sky era già passata da ricatti, minacce, firme di accordi vergognosi, suicidi sindacali, schiene dritte dei paladini del giornalismo politically correct divenute invertebrate con una sola telefonata del capo. Il tutto reso invisibile dalla quasi totale omertà dei media ‘amici’, grati per i fruttuosi spazi pubblicitari venduti alla straricca multinazionale. 

 

Ma all’accanimento vessatorio contro una lavoratrice madre di una bambina con disabilità grave non era arrivata nemmeno la vecchia proprietà dello “Squalo” Murdoch. Secondo Sky la giornalista si sarebbe dovuta recare in “trasferta” per 40 giorni a Milano, nonostante la piccola di 21 mesi debba sottoporsi a terapie a Roma e che alla mamma sia stata diagnosticata una patologia psichica reattiva.

 

Fortunatamente la giudice del lavoro ha dichiarato illegittimo il provvedimento di trasferta, condannando Sky al pagamento delle spese e accogliendo totalmente il ricorso d’urgenza dei legali della lavoratrice, lo Studio Panici-Guglielmi. L’ordinanza, infatti, si basa sul “divieto di trasferire senza consenso il lavoratore che assiste un familiare convivente in condizioni di disabilità” (legge 104 del 1992).

Inoltre il tribunale precisa chiaramente che per la giovane madre non si sarebbe trattato affatto di una trasferta (peraltro senza ragioni), ma di un trasferimento mascherato: infatti, per altre giornaliste che non avevano firmato volontariamente il mutamento di sede - recita il dispositivo - «di fatto la trasferta si è risolta in un vero e proprio trasferimento, avendo la società adottato più provvedimenti di trasferta successivi e fra loro continuativi» (per poi licenziarle, ndr).

 

Una proposta indecente, quella di Sky, ancor più stridula in un’azienda che si è sempre detta ‘attenta alla parità di genere’, e che tuttora ha il coraggio di pubblicizzare su intranet il suo "Cantiere ‘Inclusion’ per la tutela della donna che lavora"… sì, proprio così: alla faccia dell’inclusione, verso lo ‘Sky Family Day’.

 

Sky, non ti vergogni mai?

 

Roma, 9 aprile 2019

 

SKY 'NDO VAI - LAVORATORI E LICENZIATI SKY IN LOTTA

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