Almaviva e Gepin no ai licenziamenti!
Almaviva e Gepin, due delle maggiori società di Call Center hanno avviato procedure di licenziamento per oltre 3500 lavoratori, in tutta Italia.
I comunicati aziendali di GEPIN e Almaviva chiamano in causa il costo del lavoro, la contrazione del mercato e la delocalizzazione messa in atto dalla concorrenza. Al contrario la realtà di questi Call Center racconta di lavoratori de-localizzati in Italia, con orari part time di venti, trenta ore la settimana, con ritmi di lavoro intensissimi e stipendi medi di 800€ mensili.
Almaviva e Gepin hanno come clienti principali, aziende legate allo Stato come Poste ed Enel, Acea, Eni, INPS, Consip, enti locali o grandi gruppi come Wind, Vodafone e TIM che gestiscono il servizio clienti attraverso i call center.
Anziché tutelare i lavoratori rispetto alla crisi economica, il Governo ha adottato una politica di tagli alla spesa pubblica in ossequio alle direttive europee sul pareggio di bilancio, dando un ulteriore impulso alle gare al massimo ribasso.
Infatti le normative introdotte dal Governo Renzi e sostenute dal centro destra, consentono alle aziende di liberarsi dei dipendenti con stipendi più “alti” e affrontare le gare d’appalto con altri lavoratori con stipendi più bassi e intascando il 30% di sgravi fiscali legati alle “nuove assunzioni”.
Slc CGIL , Fistel CISL , Uilcom UIL e UGL dopo che per anni hanno avallato le pesanti ristrutturazioni del settore, dopo avere ceduto alle aziende che non volevano l’inserimento della clausola sociale nel contratto nazionale, oggi invocano i buoni auspici del Governo Renzi affinché le aziende controllate dallo Stato anticipino la legge nelle gare d’appalto oggi in scadenza.
Le dirigenze di Slc CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL e UGL hanno revocato lo sciopero dell’11 marzo scorso, accontentandosi di un incontro al MISE che, com’era prevedibile, non ha prodotto nulla.
L’USB chiede con forza :
• Il blocco dei licenziamenti.
• La messa al bando delle gare al massimo ribasso nei settori pubblico e privato
• La re-internalizzazione dei lavoratori e dei servizi presso i committenti pubblici e privati.
• Una reale clausola sociale che tuteli diritti e occupazione dei lavoratori, nei casi di cambio appalto.
• Un rinnovo contrattuale che garantisca ai lavoratori dei call center adeguamento salariale e diritti .
• Ripristino ed estensione degli ammortizzatori sociali a tutti lavoratori
USB LAVORO PRIVATO - COORDINAMENTO TELECOMUNICAZIONI