Appalti Presidenza del Consiglio dei Ministri: il grande bluff del governo del cambiamento
Il 7 Febbraio 2019, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, si è svolta l’assemblea di tutti i lavoratori e le lavoratrici coinvolti negli appalti di informatica, di manutenzione e del pulimento all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Un’assemblea molto partecipata, dove si è evidenziata l’importanza del processo di reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori.
Parliamo di circa 160 lavoratori che operano nei servizi informatici, nel facility management fino ad arrivare al pulimento.
L’Unione Sindacale di Base da sempre ritiene che l’internalizzazione dei servizi e dei lavoratori sia l’unico processo che vada attuato non solo perché permette all’Amministrazione Pubblica un sostanziale risparmio economico, nello specifico è previsto un risparmio del 30% dei costi, ma soprattutto perché è l’unico modo per dare dignità ai lavoratori e alle lavoratrici che da anni svolgono un lavoro pubblico le cui condizioni di lavoro sono sempre più precarie con la conseguenza di un inevitabile impoverimento.
La triste realtà della Presidenza del Consiglio dei Ministri non è diversa da tante altre: precarietà e instabilità lavorativa sono la consuetudine.
USB in questi ultimi anni ha avviato una lunga serie di confronti in merito alla proposta di reinternalizzazione, proponendo soluzioni che oltre a definire una maggiore stabilità, migliorerebbero un equilibrio esistenziale di diritto nei lavoratori, anche attraverso la costituzione di una società in house controllata al 100% dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che assicurerebbe un servizio più sicuro, con un migliore controllo sul trattamento dei contenuti inerenti l’attività della Presidenza che va dal “cestino dei rifiuti” al contenuto degli hard disk dei computer passando per gli impianti elettrici, il facchinaggio, la telefonia e le varie manutenzioni.
Purtroppo questa Amministrazione, come le Amministrazioni passate, continua a rispondere non rispondendo e facendo rimbalzare il problema, da un personaggio politico all’altro promettendo soluzioni che non sanno e non vogliono dare e facendo arrivare mezze risposte da soggetti terzi.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire
USB, ribadendo l’importanza del processo di stabilizzazione e reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori, intende aprire lo stato di agitazione al fine di aprire un confronto che vede coinvolti i lavoratori del settore privato e i lavorato del settore pubblico e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il tanto sbandierato governo del cambiamento è in perfetta continuità con i precedenti: un grande bluff basato su esternalizzazioni e precarietà che ha mentito in nome di una uguaglianza che di fatto non esiste
USB Lavoro Privato