ArcelorMittal, USB: confronto inutile, parliamo senza conoscere il piano industriale e temporeggiamo pur avendo tutti gli elementi per chiudere con la multinazionale. Brutta figura della politica
“Sono profondamente deluso dalla discussione di questa mattina – ha detto il coordinatore provinciale USB Taranto Franco Rizzo, durante la videoconferenza di questa mattina con Governo e commissari di Ilva in A.S. - Ci raccontiamo cose che non conosciamo, parliamo di un piano industriale senza sapere quali sono i contenuti. Discutiamo di documenti che non abbiamo letto, questo non è un ragionamento serio. Il Covid1-19 richiamato dal gruppo franco-indiano è una scusa bella e buona. Le aziende dell’appalto da quasi 2 anni vantano crediti arretrati, non certo da 3 mesi così come non è solo da 3 mesi che i lavoratori sono in cassa integrazione. E ancora gli impianti non manutenuti pagano le conseguenze di un prolungato disinteresse.
Come si può parlare di incomprensioni, queste sono malefatte! ArcelorMittal non ha praticamente rispettato nulla, ha fatto finora il contrario di tutto quello che ha detto e che era stato inserito nell’accordo da noi sottoscritto. ArcelorMittal ora deve andare via, a Taranto non ha investito un euro. Ora chiede altre risorse pubbliche. Probabilmente per procedere al licenziamento di altre migliaia di lavoratori. Parliamo di 1,8 miliardi di euro che devono invece essere utilizzati per la riconversione economica e per la città. I tecnici di Ilva in AS, che hanno tutte le competenze per intervenire, devono essere messi nelle condizioni di farlo tempestivamente, perché tra 15/20 giorni le cose potrebbero ulteriormente precipitare.
Con queste premesse, come si può pensare di inserire Taranto nel Green New Deal europeo attraverso la decarbonizzazione, come sostiene il ministro Gualtieri? Come si può parlare di garanzia per la continuità occupazionale? Come è possibile colmare la distanza tra questo piano industriale che, ci riferiscono, irricevibile e quello di cui i lavoratori e Taranto tutta hanno bisogno?
La politica non sta facendo una bella figura: assuma finalmente decisioni coraggiose per il bene dei lavoratori e di tutta la comunità, che meritano rispetto. La nostra impressione è che ci sia un diverso atteggiamento da parte dei ministri: quello di Patuanelli più vicino alle esigenze da noi rappresentate e quello di Gualtieri certamente più distante.
Per la vertenza ArcelorMittal dunque nell’ordine: via Mittal da Taranto, nazionalizzazione e messa in sicurezza della fabbrica”.
Questa la posizione dell’USB di fronte alle dichiarazioni del Governo. I ministri dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli e dell’Economia, Roberto Gualtieri, hanno cercato di rassicurare, parlando di investimenti per arrivare a produrre acciaio con impianti che portino all’utilizzo di altri combustibili e per programmare dunque da qui a 5/10 anni la riconversione industriale, nonché il mantenimento dei livelli occupazionali: non solo i 10.700 dipendenti di ArcelorMittal, ma anche i lavoratori ex Ilva in Amministrazione Straordinaria. I ministri hanno ribadito che ArcelorMittal dovrà assumersi le proprie responsabilità e rispettare il contratto in essere.
Hanno partecipato alla videoconferenza anche i commissari Antonio Lupo, Alessandro Danovi e Francesco Ardito.
Il prossimo confronto, in presenza dell’azienda, è programmato per la prossima settimana.
USB Taranto