AST: IL VERO VOLTO DEL PADRONE

Terni -

Alla fine è accaduto: i risultati dei tempi di produzione “ottimizzati" sono davanti a noi; ecco a cosa porta il sentire sul collo il fiato dell'azienda (che obbliga a sbrigarti, a correre), ecco le conseguenze delle pratiche operative standard scritte e poi dimenticate (perché la produttività va aumentata, per non dire che ormai si lavora a cottimo), ecco a cosa servono i flash meeting ad inizio turno (con i diagrammi delle fermate che non devono essere ripetute), ecco cosa significa una gestione del lavoro da ferriera dell'800.

Questa fabbrica è al limite, manca personale: è difficilissimo prendere un solo giorno di ferie, il ricorso agli straordinari è prassi, l'azienda è diventata repressiva (soprattutto dopo la vittoria della vertenza del 2014), i tempi di produzione si sono ridotti moltissimo e gli operatori sono divenuti multitasking.

In questo scenario, la figura del sindacato è pallida, irriconoscibile di fronte alla gravità delle lacune dell’organizzazione del lavoro.
La mancanza dei D.P.I., l’assenza di un’assunzione di responsabilità in merito alla sicurezza da parte dell’azienda, la denuncia dei mancati infortuni ed il ricorso ai certificati di malattia per coprire incidenti, sono alcune delle condizioni che determinano una situazione di rischio reale per i lavoratori. E’ necessario non solo denunciare con forza tali inefficienze, ma anche iniziare una battaglia sulle condizioni di lavoro e soprattutto sulle pratiche, sulle prassi e sui tempi del lavoro nello stabilimento. Non è accettabile permettere ad esempio che gli operatori dei Sendzimir siano stati addirittura cronometrati nelle loro attività, come pure non è accettabile il ritardo nell’avviare una battaglia seria nei confronti dell'azienda circa il rispetto, l'attualizzazione e l'implementazione delle POS. E’ necessario, infine, sottoporre a seria verifica anche il lavoro svolto dagli RLS.

Tutti questi elementi di criticità altro non sono che i risultati dell'accordo del 2014.
Ci ritroviamo un'azienda che ha pieni poteri ed un sindacato debole che è semplice spettatore e mero rappresentante istituzionale dei lavoratori.

L’USB esprime vicinanza al lavoratore gravemente infortunato ed alla sua famiglia e comunica di aderire allo sciopero indetto dalla RSU dell’AST, con la speranza che da oggi in avanti ci sia più coraggio e determinazione da parte di tutti nelle azioni da mettere in campo per scongiurare simili  e drammatici incidenti.

E’ giunto il momento, e purtroppo per i lavoratori vittime del lavoro è anche tardi, che  pure all’AST di Terni, si prenda coscienza del vero volto del padrone.



USB Federazione Provinciale di Terni