Beni Culturali, lavoratori interinali stritolati nella morsa Mibact-Ales: licenziamenti e contratti in scadenza non prorogati
A 5 giorni dalla chiusura di musei e luoghi della cultura la società in-house del Ministero dei Beni Culturali continua nel mutismo. I dipendenti Ales impiegati nelle più diverse realtà museali in tutta Italia restano senza notizie sul trattamento retributivo e sul regime delle assenze dopo i decreti governativi e la diffida di USB riferita all'eventuale utilizzo unilaterale e improprio delle ferie e permessi.
Il dicastero dell'on. Franceschini con una circolare della Direzione generale del Bilancio lascia facoltà al direttore del personale di Ales di congelare le commesse dentro la propria società. Quindi il garante della trasparenza dell'azione amministrativa (sic!) ha iniziato, già ieri, a non prorogare i contratti a tempo determinato prossimi alla scadenza.
Lavoratrici e lavoratori "restanoacasa" senza lavoro. In applicazione dello slogan governativo “nessuno perderà il lavoro” (sic!). Ovviamente c'è angoscia fra tutti i lavoratori, in particolare tra quelli con contratti a termine che attendono con fiducia, dopo due rinnovi, una proroga nel prossimo mese, con l'obiettivo di stabilizzazione del rapporto di lavoro. Tale problematica riguarda un numero importante di lavoratori interinali, che può arrivare fino al 38%, come previsto dal contratto collettivo integrativo della società, sottoscritto con Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che non sanno quale sarà il loro prossimo futuro.
Questo clima di confusione e arbitrio è evidente a Roma. In alcuni siti museali come il Parco del Colosseo i lavoratori Ales restano a casa, in altri come quelli del Polo Museale del Lazio viene chiesto loro di recarsi a svolgere funzioni di "presidio", causa mancanza di organico del personale di vigilanza Mibact. Questo senza alcuna comunicazione ufficiale scritta da parte dell'azienda e spesso con la richiesta verbale di svolgere l'attività in luoghi differenti, con il risultato di lavoratori che si ritrovano a girovagare per la città alla faccia delle raccomandazioni e degli obblighi sull'emergenza coronavirus, #iorestoacasa e degli hashtag di buonsenso che Ales S.p.A. lancia sui propri canali social, con la complicità ipocrita del MiBACT e del governo che lanciano messaggi per ribadire che "nessuno perderà il lavoro".
USB chiede immediate risposte per i lavoratori e le lavoratrici, assoluta trasparenza, rinnovo dei contratti e immediata attivazione dei Fondi di integrazione salariale, previsti per legge, che non comportino perdita dello stipendio.
USB Lavoro Privato – Federazione Provinciale di Roma