CIRCOLARE IN PANNE

Roma -

Comunicato n. 14/12

Su richiesta dell'USB, si è finalmente svolta giovedì scorso presso la sede regionale la riunione avente ad oggetto i report di produzione del primo trimestre 2012 e la contestata applicazione nel Lazio della circolare 66.

Per quanto riguarda il primo argomento all’ordine del giorno, nel prendere atto dei dati certamente positivi finora registrati, abbiamo ribadito che i numeri non ci appassionano particolarmente, mentre quello che ci interessa è il pagamento dell’incentivo ordinario e speciale a tutti i lavoratori e senza distinzioni di sorta, con richiesta di chiarimenti sul Piano della performance.

Veloce parentesi sugli spostamenti in corso d’opera che al momento prevedono dal punto di vista logistico gli uffici della direzione regionale in via della Frezza e quelli della smantellata Roma Centro in via Beccaria, il tutto entro fine anno. Sono anche previsti diversi accorpamenti tra sedi INPS e INPDAP (al Tuscolano e a Frosinone), nuovi locali per l’agenzia di Tivoli ed il probabile spostamento di Montesacro, mentre legittime contestazioni sono state registrate a tutti i livelli sulla ventilata chiusura dell’agenzia di Anzio. Per ognuna delle citate operazioni la USB ha chiesto tabelle dettagliate con la precisa indicazione di costi e ricavi.

Per quanto invece concerne la circolare 66, la direzione regionale ha precisato di non voler toccare l’orario di lavoro, ma che dovrà comunque attenersi ai suoi contenuti, sulla base di 20 ore al mattino ed 8 pomeridiane per la consulenza.

Ad eccezione della UIL, che da tempo sostiene qualsivoglia proposta della sede regionale (avendone ricevuto in cambio posizioni organizzative a iosa), tutte le OO.SS. si sono dichiarate fermamente contrarie all’applicazione della circolare e, nel merito, abbiamo rimarcato quanto era stato anticipato sul tavolo nazionale:

· comportamento a dir poco schizofrenico da parte dell’amministrazione;

· organico regionale inadeguato per ulteriori aperture al pubblico;

· orario minimo imposto pari a 28 ore settimanali comunque inaccettabile;

· dubbi su produttività e qualità che quasi certamente andranno a picco;

· evitare nuove modifiche della pausa mensa;

· salvaguardare l’autonomia territoriale;

· potenziare il servizio di vigilanza.

Abbiamo anche comunicato che con queste parole d’ordine saranno indette con carattere di urgenza assemblee ove possibile unitarie in tutte le sedi del Lazio. Isolata la UIL e davanti a questa sollevazione di scudi, la direzione regionale ha accolto la proposta di concertazione e la convocazione di un apposito tavolo di discussione sulla circolare 66, rinviandone a data da destinarsi la applicazione.

Considerati infine gli ultimi due incredibili ordini di servizio senza capo né coda emessi una settimana fa dal barone Bruno (che, di fatto, minano i rapporti tra i dipendenti del Casilino e del Tuscolano all’interno della stessa Filiale), la RSU e le OO.SS., preso atto della inidoneità del dirigente a rappresentare questa Filiale nel suo complesso, hanno chiesto e ottenuto un incontro urgente alla presenza della direzione regionale. Della solita serie: il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Velo pietoso sulle lettere di giustificazione, valutabili pure a fini disciplinari, per mancata partecipazione ai corsi di formazione. Invece di occuparsi di sicurezza.