Coronavirus, USB proclama lo stato di agitazione alle Poste Italiane

Nazionale -

Le aziende come Poste Italiane, equiparate a servizio pubblico essenziale, sono le prime ad essere obbligate a tutelare i dipendenti e la popolazione. La legge 146 che restringe il diritto di sciopero, il senso di responsabilità e il timore  di una rappresaglia, persino in questi giorni drammatici, sono utilizzati per costringere i lavoratori ad operare esponendosi al contagio, privi di mascherine, guanti e in ambienti poco o per nulla sanificati. Una condizione che riguarda centinaia di migliaia di lavoratori dei servizi e delle attività ritenute essenziali.


Solo ieri è arrivata la notizia di due postini deceduti a Bergamo, mentre da tutta Italia continuano a giungere drammatiche segnalazioni da parte di lavoratori delle Poste Italiane.


Poste Italiane è una delle maggiori aziende del paese, tuttavia a dispetto della sua mole finanziaria e della sua funzione sociale,  i centomila dipendenti di PI sono costretti a lavorare, a ritmi e volumi invariati e cosa più grave per lo più senza i necessari Dispositivi di Protezione Individuale e le obbligatorie sanificazioni di ambienti e vetture. Il rischio di esposizione al Covid-19 è concreto come la possibilità che i lavoratori possano essere ricettori e veicolo dello stesso.


In diversi settori essenziali, mancando palesemente i requisiti minimi per lavorare in sicurezza,  e non potendo scioperare a causa della legge 146, hanno dato disponibilità a lavorare, rimanendo in azienda, astenendosi dal fornire la prestazione e denunciando tempestivamente la situazione ad ASL e Prefettura, di concerto e con il sostegno delle strutture sindacali .


Vista la drammatica situazione l’USB dichiara lo stato di agitazione per i lavoratori delle Poste italiane, accompagnandola ad una formale diffida. Sono due primi strumenti che possiamo offrire ai lavoratori delle Poste Italiane in questa drammatica situazione.


Roma 18-3-2020


USB Lavoro Privato nazionale