Da USB ai Cobas, così funziona il commercio delle vacche
Un pezzo del settore Commercio dell’Unione Sindacale di Base ha deciso di uscire dalla nostra confederazione per passare armi e bagagli ai Cobas, che con squilli di tromba e rulli di tamburi annunciano sul loro sito il compimento dell’operazione. Evidentemente preparata con cura e in silenzio, se è vero com’è vero che i fuoriusciti di mercoledì pomeriggio, 28 febbraio, giovedì 1° marzo di buonora indossavano già la casacca Cobas. Un’operazione che somiglia molto al mercato delle vacche, mercato al quale USB è stata, è e sarà sempre estranea.
I fuoriusciti addossano l’intera responsabilità dell’accaduto all’Unione Sindacale di Base, dimenticando una gestione privatistica della categoria, il concentrarsi su un lavoro di denuncia fatto di casi umani, l’assenza di una piattaforma di lotta e di qualsiasi relazione tra i delegati del settore e l’organizzazione.
Una gestione che ha portato per esempio alla sottoscrizione di un accordo con Unicoop Tirreno che ha prodotto la vendita di due negozi in Campania e gravi ripercussioni sui lavoratori.
Tutto, insomma, è stato fatto per costruire l’immagine del “missionario solo al comando”, il “cavaliere senza macchia e senza paura” capace di intenerire i cuori ma non di garantire la crescita solidale di tutta la categoria, che significa al contrario operare per scelte politiche e non per opportunismi.
USB archivia questa increspatura e continua nel progetto di costruzione di un settore che finalmente può dedicarsi a un lavoro di lotta comune per costruire diritti e agibilità sindacale e politica sui posti di lavoro, caratteristiche e modalità di relazione proprie di tutta l’Unione Sindacale di Base.
Unione Sindacale di Base