DIGNITA'... ecco perché non si può cedere sulla detrazione per malattie brevi

Roma -

CEDER UN PEU, C’EST CAPITULER BEAUCOUP!

Diversi anni fa il Governo ha voluto inserire nei contratti di Pubblico Impiego una norma che punisse le malattie brevi. Per farlo ha usato un artificio contabile, spezzando lo stipendio in due, lo stipendio base e l’indennità, prima di amministrazione, ora, per noi, di agenzia.

 

Sulla base di questo artificio, una buona parte della nostra busta paga, ora circa il 30%, viene considerata accessoria. Non viene conteggiata sulla tredicesima, non viene conteggiata, se non parzialmente, per la pensione, e, soprattutto, viene detratta in caso di malattie brevi, ovvero al di sotto dei quindici giorni…

 

…per combattere l’assenteismo… dicono…

 

Una norma odiosa, non solo per il suo peso economico, ma soprattutto perché con essa il Governo ci dice (e dice a tutti) che non siamo affidabili.

Il Governo, con quella norma, dice che siamo come bambini piccoli da punire per le loro marachelle.

Con quella norma si fa finta di dimenticare che siamo adulti responsabili del nostro lavoro; che diamo disponibilità, spesso incondizionata, a lavorare in mansioni ben più elevate del proprio inquadramento; che raggiungiamo (e superiamo) gli obiettivi che le Agenzie ogni anno pongono sempre più in alto, nonostante il blocco delle assunzioni e i conseguenti crescenti carichi di lavoro.

Per questo, il quarto punto della mozione che ci sta giungendo dagli uffici, e che sta giungendo anche a Tremonti, Baccini, all’ARAN e ai Direttori delle Agenzie, il punto sulla revisione dell’istituto contrattuale della detrazione per malattie brevi, diventa, simbolicamente, quello più importante, quello su cui si basa la nostra identità e la nostra dignità…  quello su cui il braccio di ferro è più duro… quello su cui dobbiamo insistere.

Il contratto non si fa all’ARAN giovedì, il contratto lo stiamo scrivendo tutti assieme nei posti di lavoro, con la nostra mobilitazione… più facciamo capire che non vogliamo cedere, migliore sarà il contratto.


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