Dopo gli scioperi nazionali dell' USB nel TPL riparte la trattativa "farsa" sul CCNL.

Nazionale -

Dopo la forte adesione allo sciopero di 24 ore del 15 maggio degli autoferrotranvieri, i sindacati complici, che hanno deciso insieme alle Associazioni delle Aziende di riaprire la trattativa sul CCNL, continuano a nascondere alle lavoratrici e ai lavoratori su quale base si sta svolgendo il confronto.

 

Volantino in allegato

Una trattativa assolutamente oscura. Non solo non si conoscono le posizioni di quelle sigle sindacali incapaci di proporre una piattaforma di rinnovo a difesa del settore, ma si continuano a nascondere ai lavoratori e alle lavoratrici i contenuti su cui si è aperto il confronto.

Noi crediamo invece che i lavoratori e le lavoratrici debbano sapere che si tratta solo di una strategia posta in essere per contrastare la crescente rabbia della categoria, evidente anche nel crescente consenso che l’USB sta riscuotendo nella categoria e per nascondere i contenuti di una trattativa farsesca elaborata in continuità con quanto sottoscritto nell’intesa del 26 aprile 2013

 

Altresì non è accettabile che le uniche notizie in merito ai contenuti, che stranamente arrivano da fonti datoriali, ribadiscono con costanza l’idea che, per salvare il settore, serve sottoscrivere un contratto a perdere e, quindi, accettare la sottrazione di diritti normativi in cambio di un pugno di lenticchie.

 

Ripartire dalla crisi economica e dalla scarsità di risorse per privatizzare l'intero TPL nazionale, continua ad essere il filo conduttore al fine di giustificare la revisione in pejus di alcuni pilastri normativi del settore, per poi redistribuire il 50% degli aumenti di produttività derivanti da tali provvedimenti ad ogni singolo addetto.

 

In tale contesto sembra trovare conferma l'allegato 2 del verbale di accordo del 26 aprile 2013 e cioè;

  1. - la revisione dell'istituto della diaria;

  2. - una soglia di ore annuali di straordinario obbligatorio;

  3. - la revisione dell'accordo sulle malattie del 2005, con penalizzazioni sui primi tre giorni;

  4. - l’aumenti delle giornate di presenza lavorativa annuale prendendo il minimo dei riposi annui (52 giornate) come parametro a cui fare riferimento;

  5. - l’estensione del numero di settimane per il calcolo della media lavorativa di 39 ore da 17 a 26.


Se questa è la base di discussione su cui costruire le elemosine degli aumenti salariali proposti in cambio di una profonda riforma degli assetti normativi della categoria “in peggio”, noi non ci stiamo!!!

 

Non si può assolutamente acconsentire che, per colmare il vuoto nelle tasche dei autoferrotranvieri dopo otto anni di mancato rinnovo, si possa accettare il famoso pugno di lenticchie senza contare che l'una tantum verrà erogata senza trascinamento e servirà a coprire tutte le voci contrattuali, inflazione ed IVC compresa!

 

D'altronde non ci si poteva aspettare altro da ben cinque sigle sindacali presenti al tavolo (CGIL-CISL-UIL-UGL e FAISA CISAL), che hanno assoggettato la loro presenza ai tavoli alla discussione su di una piattaforma presentata dalle parti datoriali senza una strategia di merito che partisse dall'ammissione degli errori fin troppo grossolani dei CCNL precedenti.


E’ bene ricordare ai lavoratori e alle lavoratrici del TPL, che nove anni fa, mentre USB presentava la sua piattaforma rivendicativa tutt'oggi valida, la quale provava a migliorare il pessimo impianto del CCNL 2000, questi signori hanno imboccato la strada del Contratto Unico della Mobilità rivelatosi ben presto una “BUFALA” colossale.

 

Non contenti hanno continuato sulla strada del CCNL unico mentre i tagli al settore divenivano, mese dopo mese, sempre più insostenibili.

 

Una strategia portata avanti con consapevolezza e che è costata oltre dieci giornate di sciopero per rivendicare un contratto nazionale della Mobilità inesistente e irrealizzabile mentre, nel frattempo, USB portava la categoria allo sciopero contro tagli e privatizzazioni!

 

Adesso, con la firma del prossimo CCNL TPL, siamo alla resa finale poiché tante sono le concessioni al padronato che incideranno profondamente sulla nostra vita lavorativa.

 

Lavoratrici e lavoratori, siamo a un bivio, o i lavoratori riescono a fare le scelte più appropriate, o ci rimettiamo nelle mani di quanti in questi ultimi anni ci hanno mandato al massacro!!!


Serve scegliere se continuare nel dare voce e fiducia a chi ha svenduto diritti e dignità degli autoferrotranvieri ed ha consentito, con il suo tacere, lo smantellamento del settore o decidere, una volta e per tutte, di imboccare la strada della riscossa, che passa, inevitabilmente, per il ritiro della delega ai sindacati complici e dare credito a chi, come USB, si batte da sempre per gli interessi e la ricomposizione della classe lavoratrice.