Gruppo IBM: Elezioni per il rinnovo della RSU in Sistemi Informativi

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Perché votare i candidati USB

I nostri 10 candidati sono uniti da un forte comune denominatore: durante le mobilitazioni della scorsa estate contro i licenziamenti voluti da IBM sono stati sempre in prima linea con le loro magliette rosse, con la loro partecipazione agli scioperi, ai flash mob, ai presidi ed è certo che non esiteranno, ove ce ne sarà ancora bisogno, a battersi con determinazione per difendere tutti i posti di lavoro!

Tutti i settori dell’azienda sono coperti: GBS, GTS, TC e Staff hanno almeno un candidato da poter votare!

C’è anche il giusto mix di candidati che sono già stati rappresentanti sindacali negli anni passati che nuovi colleghi e colleghe che, per la prima volta, sono pronti a questa nuova esperienza garantendo così nuovo entusiasmo senza perdere la memoria storica di quanto accaduto in oltre vent’anni di storia sindacale in Sistemi Informativi.

Il nostro “programma” non promette l’impossibile ma vi assicuriamo tutto il nostro impegno per: mantenere in Azienda gli attuali livelli occupazionali, richiesta di un “Piano Straordinario” di formazione dedicato ai "profili con esuberi" (da procedura licenziamento), gestione trasparente dei tempi di allocazione degli idle ovvero di implementazione di regole per l'abbattimento dei tempi di permanenza in status di idle, rivisitazione dell’attuale Contratto Integrativo Aziendale.


Perché votare per la Lista USB

USB è un sindacato relativamente giovane (nato il 23 Maggio del 2010) e che si pone come valida alternativa ai sindacati confederali.  Per capire lo spirito che anima USB vi riportiamo l’introduzione del documento congressuale “Riprendiamoci tutto” che è alla base del secondo Congresso di USB che si è concluso domenica 11 giugno a Tivoli:

“Mai come oggi il lavoro è sottoposto ad una aggressione così pesante da mettere in discussione, oltre ai diritti, la dignità stessa dei lavoratori. Il rapporto di subordinazione, spesso sostenuto da leggi che limitano i conflitti e da nuovi strumenti di controllo anche tecnologico, si è fortemente rafforzato e molte relazioni di lavoro assumono un carattere servile. Lo sfruttamento esercitato in molti settori ha addirittura le sembianze di una moderna schiavitù. Togliere la dignità a chi lavora significa promuovere un imbarbarimento delle relazioni sociali e pregiudicare le libertà democratiche. Di fronte a questo attacco chi lavora si sente disarmato e indifeso, privo degli strumenti per poter reagire e questo produce un ulteriore e più grave arretramento anche culturale, uno spaesamento e una perdita di identità per un intero blocco sociale.

Ricostruire l’organizzazione generale di tutti i lavoratori è quindi un problema di strumenti ed anche di identità: senza l’organizzazione non è possibile riconquistare diritti e strapparne di nuovi e senza una identità come movimento dei lavoratori è difficile costruire una resistenza collettiva. Per questo occorre una visione lucida del contesto in cui ci troviamo ma anche una disponibilità a battersi senza tregua contro ogni forma di sfruttamento e di discriminazione. Per costruire la confederazione generale di tutti i settori sociali del lavoro e del non lavoro che oggi sono stretti nella morsa del neoliberismo.”