IBM: no ai licenziamenti mascherati!
Lo scorso 2 febbraio presso Asso-lombarda è stato siglato un accordo sulla procedura di licenziamento collettivo, rispetto al quale il Coordinamento Nazionale Lavoro Privato, la delegazione trattante e la RSU USB Ibm , dopo una attenta riflessione, hanno deciso di ritirare la firma.
Ribadiamo che la nostra OS è fermamente contraria a qualsiasi licenziamento coatto e chiede che l’eventuale adesione alla fuoriuscita sia esclusivamente di carattere volontario.
Rifiutiamo l’idea che il sindacato diventi il soggetto che avalla i piani di ristrutturazione di aziende che, come Ibm, nonostante non siano in crisi, fanno cassa espellendo lavoratrici e lavoratori.
Sono ormai 4 anni che la multinazionale informatica mette sotto costante minaccia occupazionale i lavoratori, licenziando migliaia di persone o trasferendole presso aziende satelliti.
Quest’accordo, così come è stato elaborato e imposto da Ibm, è una premessa per il protrarsi del ricatto.
Il piano industriale di Ibm, infatti, si limita a disegnare un core business estremamente definito che utilizza aziende satelliti senza alcuna vera autonomia.
L’USB si è impegnata duramente in questa trattativa, denunciando la pretestuosità dei licenziamenti e i trasferimenti ingiustificati, poiché, vista l’esiguità del numero, possono essere tranquillamente gestiti con ricollocazioni interne.
Ci siamo scontrati con un azienda che strumentalmente e ottusamente ha rifiutato un serio confronto e che voleva 184 teste da tagliare, non una di meno. Se queste sono le premesse, quello firmato presso Asso-lombarda, è una cambiale che alla scadenza del 31 dicembre Ibm vorrà incassare e reclamerà altre teste da tagliare.
L’USB non intende sottoscrivere nessuna cambiale, a tale riguardo riteniamo del tutto inadeguato lo strumento del referendum, che in questo caso , chiama a votare migliaia di lavoratori sul destino di 184 colleghi; il rischio vero è che si legittimi un meccanismo di divisione tra i lavoratori, basato su mors tua vita mea.
L’USB esprime profonda contrarietà alle scellerate politiche aziendali che prendono in ostaggio famiglie intere con il ricatto dei trasferimenti, estorcono prepensionamenti obbligatori, alimentando un clima di preoccupazione e sofferenza tra i lavoratori ed i loro congiunti.
Ibm attinge nuovamente alle risorse della collettività (ammortizzatori sociali) per massimizzare i profitti sulla pelle dei lavoratori cittadini. Ovviamente le responsabilità sono anche politiche in quanto le leggi di questo Paese sono state man mano indirizzate per assecondare la lenta devastazione del tessuto sociale ed industriale.
L’USB ritiene fondamentale continuare un’azione di resistenza e opposizione quotidiana a queste politiche, e invita le lavoratrici e i lavoratori Ibm alla partecipazione e alla lotta per contrastare le strategie aziendali.
Difendiamoci! Nessuno lo farà al posto nostro!
USB Lavoro Privato