Ilva, Usb e istituzioni insieme per l'interesse pubblico: la salute viene prima dei profitti privati. Ora una grande manifestazione cittadina
Scommessa vinta! Il convegno Tarantino organizzato da USB sulla vertenza Ilva è stato un successo assoluto. La grande partecipazione e la qualità degli interventi hanno segnato una giornata molto importante per il rilancio dell’iniziativa contro la svendita del gruppo siderurgico alla multinazionale ArcelorMittal. I temi del diritto alla salute, al lavoro ed al reddito hanno attraversato il dibattito nella determinazione di rimettere al centro dell’agenda politica la primazia dell’interesse pubblico contro quello dei profitti privati.
Francesco Rizzo, USB Taranto, nella sua introduzione ha denunciato la colpevole assenza di trasparenza sulla vicenda della cessione del gruppo Ilva dopo anni di mala gestione da parte dell’amministrazione straordinaria. “Il ricorso presentato dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto contro il decreto della presidenza del consiglio dei ministri, che ha approvato il piano ambientale di ArcelorMittal, è importante perché da forza a tutti coloro che vogliono davvero impedire una nuova speculazione sulla pelle dei tarantini” ha ricordato lo stesso Rizzo invitando le istituzioni a non mollare.
Invito subito raccolto dal sindaco Melucci che non ha risparmiato critiche a chi pretende di escludere le istituzioni locali dalla discussione. Lo stesso sindaco ha denunciato la gravità della segretezza agli atti di vendita ed al piano industriale che il ministero ha apposto.
Gabriele Buttinelli, ricercatore ISS e dirigente Usb, ha affrontato il tema della ricerca e delle indagini delle conseguenze sulla salute dei veleni di Ilva, mentre Marescotti di Peacelink ha parlato della necessità di modelli alternativi sul terreno sociale, economico e produttivo.
Il presidente della Regione Emiliano ha tuonato contro il governo, dichiarando la sua indisponibilità a discutere e trattare con chi colpevolmente sta impedendo di trovare soluzioni alternative al carbone. La non trasparenza della vicenda testimonia, secondo Emiliano, una realtà ben diversa da quella radiosa presentata dal ministro Calenda. “Non ritirerò il ricorso e non mollerò “ con questa promessa Emiliano ha chiuso tra gli applausi il suo intervento.
Nelle conclusioni del dibattito Sergio Bellavita, USB nazionale, ha sottolineato come appunto la storia industriale di questo paese testimoni l’inaffidabilità delle imprese private. Il tema delle nazionalizzazioni ritorna quindi prepotentemente d’attualità in Italia e in Europa. ArcelorMittal non è la soluzione per l’Ilva, non è la soluzione per Taranto.
Infine, ringraziando tutti i partecipanti e i relatori, Bellavita ha lanciato una proposta: dare continuità a questa grande assemblea, rilanciare l’iniziativa sul terreno sociale, costruire una grande manifestazione cittadina per il diritto al presente ed al futuro dei lavoratori e dei tarantini.
USB non cederà di un millimetro: zero esuberi, zero tagli di diritti e salario, impegni veri su ambiente e salute. Senza questa condizione preventiva la trattativa sindacale non può iniziare.
Il bilancio del convegno è più che positivo. In questa difficile fase politica e sociale affrontare il tema di come coniugare salute ambiente e occupazione, senza alcun tabù sulla chiusura dello stabilimento, è un atto di grande coraggio per un sindacato.
USB, un sindacato che serve quindi, un sindacato che sta da una sola parte, quella di chi lavora, quella delle classi popolari a cui sempre viene fatto pagare per intero il prezzo delle politiche del capitale.
Su questa strada ha incrociato il consenso di lavoratori, cittadini e la tenacia delle istituzioni locali.
La vertenza Ilva è tutt’altro che altro che chiusa.
Unione Sindacale di Base