Ilva, USB: stop trattative se ArcelorMittal non garantisce piena occupazione. Altrimenti Ilva torni in mani pubbliche. Calenda? Farnetica
L’Unione Sindacale di Base ha annunciato le sue decisioni sulla vertenza Ilva in una conferenza stampa tenuta nella sede romana di via dell’Aeroporto 129, dopo una riunione con i delegati e gli attivisti tarantini: nessun nuovo incontro con ArcelorMittal se la multinazionale non muta radicalmente la propria posizione. Questo vuol dire ottenere da AM Investco la garanzia di piena occupazione per tutti i lavoratori e il cambio del piano industriale. “Se ciò non dovesse accadere – ha sottolineato Sergio Bellavita, dell’esecutivo nazionale USB e membro della delegazione trattante al tavolo Ilva – Ilva deve tornare in mani pubbliche”.
Bellavita ha anche commentato le ultime esternazioni del ministro uscente Carlo Calenda, definendole “farneticanti”. “Calenda e il governo Gentiloni hanno consentito a ArcelorMittal di non prendere gli impegni necessari. Il primo contratto approvato dal ministro prevedeva addirittura un 40% di licenziati. USB da subito aveva detto che ArcelorMittal non era la soluzione per Ilva. Non si è mai vista al mondo una svendita tanto colossale di un patrimonio industriale con il beneplacito del governo. Un governo impreparato e inadeguato”.
Francesco Rizzo a nome di USB Taranto ha ribadito che si risponderà a una nuova convocazione “soltanto se AM Investco cambierà radicalmente la propria impostazione. Quanto a Calenda, da lui mi sento ferito come cittadino di Taranto, prima ancora che come cittadino italiano e rappresentante sindacale. Gli rispediamo indietro l’accusa di dilettantismo: prima sostiene che il soldi per Ilva finiranno presto e subito dopo dice che ci sono 200 milioni immediatamente disponibili”
Quanto al governo M5S-Lega in gestazione, USB ha sottolineato che “ci confronteremo sul merito e non sulle bandierine di appartenenza, come sempre. Si tenta di accreditarci come strumento di qualche forza politica nella vicenda Ilva – ha detto Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo nazionale – Ma noi qui ribadiamo la nostra indipendenza. Incalzeremo le altre organizzazioni sindacali perché non si tirino indietro dalla lotta per la piena occupazione. Se questo avverrà, chi sottoscriverà accordi si assumerà responsabilità enormi”.
Unione Sindacale di Base