Incontro sabato con l'USB al Bruco di Magrè: solidarietà alla Filivivi ex Lanerossi

Schio -

Luc Thibault, Usb di Schio -

 

Sabato 2 giugno, su un’iniziativa dell’Unione Sindacale di Base di Schio si è svolta un’assemblea per parlare della situazione economico-sociale della zona. Una breve introduzione ha ricordato come oggi i lavoratori stiano vivendo una situazione drammatica, sia dal punto di vista occupazionale, che da un punto di vista economico. Chi sta lavorando con condizione sempre peggiore e chi si trova espulso del ciclo produttivo con un pesante aumento della disoccupazione giovanile.

Questa assemblea è stata voluta soprattutto per rompere il silenzio intorno alla situazione degli operai della Filivi ex Lanerossi di Piovene Rocchette (proprietà Marzotto e Verzoletto). Come Unione Sindacale di Base abbiamo proposto alle RSU della Filivi un nostro appoggio alle loro iniziative e come secondo noi bisogna resistere. Ma nel trattare la situazione della Filivi, è emerso problema molto importante, per non dire fondamentale: quello della solidarietà.

In tutto il territorio si sente parlare di chiusura, ogni giorno un nome nuovo, su un giornale, una radio. Ma dopo la “notizia” cade il silenzio stampa, i dipendenti colpiti della crisi, restano dei numeri, senza nomi, isolati fra di loro, senza appoggio da nessuna parte. La riunione di sabato molto importante, non tanto per la partecipazione, ma soprattutto per gli argomenti trattati, è stata secondo noi, il punto di partenza per una discussione che deve essere fatta in tutti i posti di lavoro, in tutte le RSU e Rsa. L’esempio della Smith (ex Nuova Pignone) di Schio, ne è la drammatica dimostrazione. Si vedono le bandiere sindacali sulla strada, ma non gli operai e gli impiegati. Dappertutto è fatto il massimo per tenere “nascosto” la rabbia operaia. Dappertutto, è fatto il massimo per impedire alla gente di dire “basta” a questo “gioco di massacro” continuo. Massacro continuo che va in parallele con la distruzione delle poche garanzie che avevano ancora gli operai (ad esempio art 18) e di tutta la riforma che sta facendo Monti, contro il mondo del lavoro, e leggere oggi che la Lega si arrabbia contro i “frutti avvelenati” di questo governo ci va venire il mal di pancia. (Vedi Roberto Ciambetti, assessore regionale veneto al Bilancio su Schiopiù del 1-06-2012).

La politica economica e sociale di Monti non è che la continuazione della politica di Brunetta e di Sarconi e dunque del Pdl e della Lega Nord, punto e basta!L’assemblea del 2 giugno ha messo in evidenza il totale scollegamento delle diverse realtà operaie sia nel Veneto che in tutto il resto dell’Italia. Ci sono stati e ci sono tuttora dei punti caldi di protesta contro l’abolizione dell’art 18 e della riforma Fornero, ma non sono sufficienti.

Non a caso in tutta l’Italia si è aperta una “caccia alle streghe” al livello sindacale, contro chi non segue la linea ufficiale del sindacato. L’ultimo esempio, é l’O.d.G. del Comitato Direttivo FIOM-Cgil di Pisa, che ha attaccato pesantemente dei compagni delegati della FIOM della Piaggio, ma che contestavano la linea collaborazionista durante la manifestazione provinciale del 7 maggio

(http://manifestino.blogspot.it/2012/06/odg-comitato-direttivo-fiom-cgil-di.html ).

Non è un caso che Anna Finoccharo, presidente del gruppo Pd del Senato disse tempo fa: “Noi abbiamo sempre ritenuto quella annunciata dal governo Monti e dal ministro Fornero una riforma che conteneva una serie di misure positive per combattere la precarietà e garantire una sana flessibilità” (sic!).

Noi, come sindacati di base, combattiamo la linea dei partiti cosiddetti di sinistra e dei sindacati confederali, perché da anni dicono che bisogna fare sacrifici oggi, per stare meglio domani.

La situazione odierna ha dimostrato il totale alimento di tale linea politica. Però questa politica ha portato alla disorganizzazione delle lotte, allo svuotamento di alcune rivendicazioni basilari della classe operaia. Ci hanno messo delle “regole”, dei regolamenti (firmati dai sindacati!!!) per impedire di fare sciopero, nelle fabbriche fanno di tutto per impedire ai sindacati di base di potere partecipare alla RSU.

Durante l’assemblea è stato ricordato che anni fa esistevano sul territorio le cosiddette riunioni intercategoriali, dove erano presenti tutte le sigle sindacali, ma cosa più importante ancora, tutti i settori produttivi. Alla luce di quello che emerso durante questa assemblea, ci pare chiaro che dobbiamo ricominciare dal basso a ricompattare la classe operaia su degli obiettivi molti semplici ma basilari e obbligatori per qualsiasi iniziativa che avesse l’obiettivo di ritrovare il senso della solidarietà e di lottare contro l’isolamento e il “cimitero aziendale”.

Si propone a tutte le RSU e Rsa di mettersi in contatto per:

1) dare un segnale concreto di solidarietà con gli operai della ex- Lanerossi di Piovene.

2) di ritornare alla “intercategoriale” aperte a tutte le sigle sindacali senza distinzione e aperte a tutti.

3) aprire un dibattito nelle RSU locale sulla cosa da fare di fronte a questa crisi, che ci avvicina sempre di più alla Grecia.

4) discutere come organizzare tutti gli operai e operaie, impiegati e impiegate che hanno perso il lavoro.

5) sappiamo che il governo Monti non è qui per salvare “il popolo italiano” ma per salvare la “clic” borghese e il suo sistema corrotto. Continuano a parlare di lotta agli sprechi. Hanno nominato un certo Amato che prende solo 31.000 euro al mese per lottare contro questi ... “sprechi”.

La manifestazione di sabato 2 giugno ha costa più di 2 milioni di euro. Se pensiamo al nuovo ospedale, voluto di Lia Sartori, ex-craciana passata al PDL doveva costare 125 milioni di € cosi finanziati: 71 la regione veneto e 54 messi dai privati; allo stato attuale sembra ne siano costati 160. Costerà sicuramente ancora di più e dovremo pagare il conto, pari a 20 milioni di euro l'anno (somma di vari canoni), per 24 anni, rimarrà molto poco anzi forse non resterà niente... di pubblico.

Pensiamo che sia ora di finirla di essere preso per i fondelli, di dire BASTA! e di ricominciare a pensare con la nostra testa, senza “delegare” niente a nessuno. L’unica forza che abbiamo è la nostra. Non possiamo pensare di avere l’appoggio dei politici, hanno sempre dimostrato di fregarsene di noi. Il sindaco di Piovene, Maurizio Colman ha dimostrato di essere quello che è, ma ci ricordiamo anche che anni fa, piazza Statuto a Schio il sindaco, Berlato Sella aveva dichiarato: “sarò sempre vicino a voi, operai della Lanerossi”.

Talmente vicino che lo stabilimento di Schio è totalmente chiuso ma che il buon Berlato sella si è riciclato come consigliere regionale! Al livello sindacale, i Santini, gli Oboe, i D’Antona, i Turco, i Cofferati, tutti si sono riciclati nella politica, quando noi siamo sbattuti del ciclo produttivo!

Possiamo dire che l’assemblea convocata sabato ha raccolto la spinta di chi sta lottando contro l'aggressione scatenata dal governo verso il mondo del lavoro. Ma siamo soprattutto indignati per la rassegnazione o, perfino, l’assenso con cui le direzioni confederali CGIL, CISL e UIL hanno accompagnato e favorito questa aggressione.

-Le pensioni sono in via di essere ridotte a sussidi di sopravvivenza e l’età di quiescenza è stata portata a livelli inediti in Europa.-Centinaia di migliaia di lavoratori messi fuori dalle aziende con accordi spesso ricattatori vengono messi in condizione di non avere più né un salario, né una pensione, né un ammortizzatore sociale.

-I salari sono fermi da almeno 20 anni, mentre i prezzi galoppano. I contratti nazionali sanciscono la riduzione delle retribuzioni, l’aumento degli orari di fatto e la regola delle deroghe.

-La precarietà è diventata la forma generalizzata di assunzione: un esercito di milioni di giovani vive quotidianamente senza diritti e nell’incertezza più totale sul proprio futuro.

-La disoccupazione tocca livelli inediti ed è destinata a crescere ulteriormente, per la chiusura di tante fabbriche ma anche attraverso la drastica riduzione dell’occupazione nel pubblico impiego.

-I servizi sono stati privatizzati, peggiorandone la qualità e aumentandone i costi per l’utenza, mentre si faceva cassa sui diritti e sulle retribuzioni degli addetti.-Il padrone sceglie i sindacati da legittimare, mentre gli altri in particolare FIOM e sindacati di base, vengono cacciati dalla porta delle aziende.

-Infine l’articolo 18, quella norma che giusto 42 anni fa ha posto un limite all’arbitrio e all’autoritarismo padronali, è cancellata, sopprimendo la funzione deterrente della reintegra e ripristinando l’effetto intimidatorio della minaccia di licenziamento contro chi si attiva politicamente o sindacalmente o contro chi, comunque, ha un comportamento non gradito al padrone e ai capi.

Siamo rimasti d'accordo di mantenere i contatti con tutti i presenti per una prossima iniziativa. Per chi volesse può mettersi in contatto con gli operai della ex- Lanerossi qui su Facebook. (http://on.fb.me/LEgchw )

 

Ricordiamo che la nostra sede di Schio in via 29 Aprile è aperta mercoledì dalle 15h30 alle 19h e il giovedi dalle 16h alle 19h mentre quella di Vicenza in Via P.M. Zaguri 65/67 è aperta con i seguenti orari

lunedì, martedì e giovedì dalle 15.00 alle 19.00

mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30

 

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