Invalidità Civile - Il sì della Camera

Roma -

Mercoledì mattina, 30 novembre 2005, l'aula della Camera ha dato, con 251 voti a favore e 155 contrari, il via libera definitivo al disegno di legge, già approvato al Senato, di conversione del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, recante misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria (C6176), il cosiddetto decreto fiscale che accompagna la Finanziaria 2006.
E' la terza fiducia che il Parlamento vota sul pacchetto "manovra", dopo le due già votate al senato sul decreto fiscale e sul ddl finanziaria.Nel corso dell'esame al Senato il decreto, che inizialmente prevedeva 4,5 miliardi di nuove entrate per il prossimo anno, si è appesantito con l'aggiunta di 2,5 miliardi di gettito (parte dei 5 miliardi che hanno sostituito le cessioni immobiliari).Inoltre, il decreto ha anche recepito gli effetti della manovrina bis per il 2005 che aggiustava l'indebitamento della P.A. per 1,9 miliardi.
I contenuti del decreto sono noti: lotta all'evasione fiscale con la partecipazione dei comuni ai controlli, stretta fiscale sulle plusvalenze realizzate dalle società, possibilità ai commercialisti di compilare e trasmettere il modello 730, riforma dell'Anas, mutui over 65, la nascita della Riscossioni SpA voluta dal mago della finanza creativa, esenzione dall'Ici per tutti gli immobili della chiesa e delle onlus.
Il provvedimento contiene, infine, il rifinanziamento della "legge mancia", cioè ben 222 miliardi con cui i parlamentari destinano delle risorse a microrealizzazioni nei rispettivi collegi elettorali.  Però, con il via libera della Camera, il nostro ministero perde una parte rilevante di competenze che vengono trasferite all'Inps.Ci riferiamo, chiaramente, a quelle relative all'invalidità civile, alla cecità civile, al sordomutismo, all'handicap e alla disabilità.E' rimasto, infatti, intatto l'articolo 10 del decreto-legge 30 settembre 2005, n.  203, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.  230 del 3 ottobre 2005.Le uniche modifiche riguardano l'aggiunta della partecipazione, nelle commissioni mediche di verifica, dei medici nominati in rappresentanza dell'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili, dell'Unione Italiana dei Ciechi e dell'Ente Nazionale per la Protezione e l'Assistenza dei Sordomuti, oltre alla sostituzione del termine "comunitarie" con "comunitari" e alla correzione dello svarione di "liteconsorte" con "litisconsorte". Con i nostri comunicati, rispettivamente del 4 ottobre 2005 e del 9 ottobre 2005, abbiamo sostenuto che la volontà politica al trasferimento delle competenze era, questa volta, determinata.Ed avevamo ragione.Restiamo fermamente convinti della gravità per la perdita di una competenza così rilevante e al conseguente depauperamento delle professionalità che vi hanno lavorato.Riteniamo grave e pericoloso, inoltre, l'individuazione, con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, delle risorse umane, strumentali e finanziarie da trasferire.E' chiaro, in che modo intendono giocare la partita.La RdB/CUB è pronta ad affrontare una battaglia affinché questo processo si compia con la massima trasparenza e garanzia, a partire dalla salvaguardia del principio di volontarietà al trasferimento.Ma, siamo anche fortemente determinati affinché si proceda ad una seria e completa analisi sul futuro della Direzione Centrale degli Uffici Locali e dei Servizi del Tesoro e di tutte le Direzioni Provinciali dei Servizi Vari, attraverso l’attribuzione di competenze ben definite atte a garantire, ai lavoratori che restano, prospettive future e dignità professionale. Impressionante, infine, è stata (ed è tuttora) la latitanza dei vertici dell'amministrazione, responsabili del servizio.Non vorremmo che questa latitanza equivalga alla condivisione di un progetto che, a partire dalle commissioni mediche, mira alla dismissione dell'intera direzione degli uffici locali unitamente alle direzioni provinciali dei servizi vari dislocate su tutto il territorio. A tal proposito, è penoso ed imbarazzante assistere alla diatriba che esonda in una parte della dirigenza.La necessità di garantirsi spazi di potere e di rilevanza economica, ha generato attriti tra vari responsabili delle dpsv e delle rps (quasi tutti tesserati con le OO.SS. confederali).Ognuno, con elaborati, appunti e petizioni, tenta di "sminuire" le funzioni dell'altro, ricorrendo al peggior cameratismo e spirito di corpo di vecchia memoria.Il tutto condito con la sottoscrizione, da parte dei lavoratori, di questi "manoscritti".Lavoratori che non hanno ancora compreso di essere oggetto di una squallida strumentalizzazione (salvo alcuni che svolgono, con consapevolezza, il ruolo di vassallo). Occorre, invece, portare la massima attenzione ai processi destrutturanti che attraversano l'intero dicastero.La mancata emanazione del decreto di riorganizzazione del ministero (atteso da anni), gli interventi schizzofrenici di modifica e integrazione delle strutture e competenze dei singoli dipartimenti (l'ultimo, in ordine cronologico, quello del dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione), l'esternalizzazioni massicce, il ricorso asfissiante alle consulenze esterne, il rafforzamento clientelare di aree ben definite, la perdita di "pezzi" importanti di attività istituzionali, sono le linee di indirizzo con cui i referenti politici ed amministrativi tendono a disarticolare l'intera struttura, a svilirne le risorse umane che vi operano e le prestazioni rese alla cittadinanza. 

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