Istituti finanziati dal FUA: APPROFONDIMENTI...

Roma -

Il 18 luglio 2012 si è tenuta, a proseguimento e completamento dell’incontro del 12/07/2012, la riunione con l’Amministrazione per la ridefinizione degli istituti del CCNI finanziati dal FUA.

 

La delegazione di parte pubblica ha presentato una nuova bozza d’accordo corredata da allegati analitici largamente insufficienti rispetto alle richieste formulate in precedenza. Tale documento, infatti, è risultato fin da subito fortemente incompleto poiché, pur ritoccando leggermente il numero dei turni e delle reperibilità, ha lasciato inalterati o ha ignorato del tutto gli altri istituti.

 

La USB MEF ha immediatamente denunciato nel merito e nel metodo l’approccio immobilista e fortemente omissivo dell’Amministrazione ed ha proposto con determinazione il confronto su tutti i temi all’ordine del giorno.

 

La nostra Organizzazione Sindacale, in particolare, ha insistito su una nuova quantificazione delle risorse economiche da destinare agli istituti finanziati dal FUA da determinarsi tenendo conto della forte diminuzione dello stesso ed ha chiesto per l’ennesima volta:

 

·           la nuova regolamentazione del fondo destinato al gabinetto del ministro che, ad oggi e soprattutto ancora oggi, attinge dal FUA di tutti i lavoratori del MEF la “modica” cifra pari ad euro 1.933.879, suddivisa in euro 562.470 provenienti dal settore Economia, in virtù di quanto previsto dal vecchio CCNI, ed in euro 1.371.409 provenienti dal settore Finanze, importo astronomico derivante da un accordo FUA del 2002 in palese violazione della normativa di riferimento ed ancora oggi coperto omertosamente da qualsiasi possibilità di verifica persino formale e procedurale;

·           il mantenimento dell’indennità dei centralinisti non vedenti così come quantificata dall’accordo per le posizioni indennitarie del settore ex Finanze, anche in considerazione del notevole importo a loro destinato nella consistenza del FUA e del numero ridotto dei beneficiari;

·           il ricalcolo numerico, suddiviso per Dipartimenti ed Uffici, dei turni e reperibilità con relativo costo;

·           la rivisitazione e l’omogeneizzazione delle posizioni indennitarie per alcune funzioni previste negli uffici periferici;

·           una riformulazione del completamento delle progressioni economiche finalizzata a renderne certa l’attuazione.

 

Le risposte dell’Amministrazione sono state fortemente riduttive ma comunque coerentemente in linea con la pochezza dei contenuti della proposta presentata al tavolo negoziale.

 

In particolare la delegazione di parte pubblica, da qualche riunione al gran completo grazie alla “discesa in campo” del dott. Gianfranco Tanzi, direttore generale della Ragioneria Generale dello Stato, e della dott.ssa Valeria Vaccaro, direttore della Direzione Centrale per i Servizi al Personale, si è impegnata per l’ennesima volta ad “oscurare” l’esproprio “con destrezza” del FUA da parte degli Uffici di diretta collaborazione col ministro senza fornire neanche una misera informazione in merito all’utilizzo di dette somme

 

In tale contesto merita comunque una particolare segnalazione la dichiarazione del direttore della DCSP, la quale ha rappresentato la necessità di  approfondire il tema delle indennità dei centralinisti non vedenti ignorando addirittura il numero dei destinatari della stessa. Forse sarebbe più utile se la dirigente in questione dedicasse la propria attenzione alla scandalosa vicenda del fondo destinato al Gabinetto del Ministro, visto che gli altri componenti dell’Amministrazione non l’hanno fatto o non hanno ottenuto risultati o forse, peggio ancora, devono tenerli nascosti.

 

È chiaro che, per la USB MEF, le prime due richieste formulate al tavolo negoziale hanno, seppur con motivazioni diverse, anche una forte valenza etica poiché è vergognoso coprire con un ignobile silenzio l’appropriazione indebita del salario di tutti i lavoratori perpetrata dal Gabinetto del Ministro così come è altrettanto inconcepibile diminuire allo stesso tempo l’indennità, spettante per norma, ad un esiguo numero di lavoratori appartenenti ad una categoria disagiata e fragile.

 

La riunione è proseguita per ore alternando calcoli cervellotici su turni e reperibilità e consultazioni opportunamente a porte chiuse dei rappresentanti dell’Amministrazione, ed è finita senza un nulla di fatto così come era iniziata!