la loro "democrazia"

Roma -

Ieri, nella Val di Susa come ad Acerra un anno fa, le ragioni dei cittadini, dei lavoratori e dei comitati che difendono il territorio contro la Tav vengono represse a suon di manganelli.

Lo Stato resta sordo alle legittime richieste degli abitanti della Val di Susa e impone, con la forza, un'opera dannosa e inutile per il Paese intero.

I lavoratori e le lavoratrici della Valle hanno risposto, subito, con lo sciopero generale prontamente proclamato dalla CUB.

Tutta la Val di Susa è scesa in sciopero: fabbriche e scuole ferme, le strade statali, provinciali e l'autostrada sono state bloccate dai manifestanti. La violenza esercitata in Val di Susa è l' espressione autoritaria secondo la quale i cittadini devono subire senza troppe discussioni le scelte imposte dall'alto.
Che la violenza della politica e della polizia prenda il posto della partecipazione e della condivisione delle scelte è un fatto gravissimo di questo governo e di quel "centrosinistra" neoliberista, interessato ai lavori con le sue cooperative "rosse".

Se il governo pensa di imporre la propria volontà riducendo la vertenza ad una questione di ordine pubblico si sbaglia di grosso: in tutto il paese cresce, infatti, la solidarietà nei confronti degli abitanti della Valle di Susa.

Bisogna difendere la Val di Susa.

La RdB/CUB Mef è vicina alle popolazioni in lotta e la CUB sosterrà tutte le iniziative che saranno decise dalle assemblee della Valle. 

Vi invitiamo a leggere l'inchiesta sulla Tav pubblicata sul settimanale DIARIO dello scorso 25 novembre (in allegato):