LA MINISTRO GIANNINI E PUGLISI CACCIATE VIA DAI FISCHI DI FERRARA
A Ferrara docenti e ATA, genitori e studenti si sono ritrovati in piazza contro una "Buona Scuola" che non tiene conto delle condizioni precarie delle nostre strutture scolastiche, che costringe docenti e studenti neo-diplomati a cercare fortuna altrove, che disciplina gli studenti alla forza lavoro istituendo stage e tirocini non pagati, che accentra il potere nelle mani del preside manager-sceriffo, e contro un governo che adesso vorrebbe intervenire ulteriormente con la riforma della Buona Università (basata su principi che legano a filo stretto i provvedimenti del Jobs Act e quelli della legge 107).
La scuola statale non si arrende, noi non ci arrendiamo.
Ci attende un anno di volantinaggi informativi alla cittadinanza, di boicottaggi fino ad arrivare, se sarà necessario, anche all'insubordinazione. Sappiamo di poter contare sulla piena solidarietà che la categoria dei lavoratori della scuola sta ritrovando nei comitati di lotta in via di costruzione in molte scuole.
Questa riforma ha peggiorato e danneggiato il diritto allo studio, la libertà di insegnamento, le condizioni generali di tutti i lavoratori con la concorrenza tra scuole che si vorrebbe erigere a modello competitivo sempre più selvaggio; l'innalzamento dei livelli burocratici a detrimento del tempo scuola e della cura delle relazioni umane tra docenti e discenti; la soluzione al precariato che nulla risolve ma precarizza una intera categoria che perderà diritti e titolarità di cattedra.
Non è buona scuola questa. Non lo è per noi lavoratori, non lo è per i nostri studenti.
Contesteremo e denunceremo in ogni piazza il vero progetto di smantellamento di una scuola statale di qualità, che -come diceva Calamandrei- costituisce il quarto potere dello Stato. Un potere di cui il partito democratico ha evidentemente paura vista la piena continuità con cui si pone rispetto ai precedenti governi.