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Nazionale -

(A questo principio ci siamo sempre attenuti e vogliamo continuare a farlo)

 

Comunicato n. 37/12

 

  

CONTRATTO INTEGRATIVO 2011 – PASSAGGI ECONOMICI 2010

 

E’ andata peggio di come avevamo previsto. L’ipotesi di contratto integrativo 2011 (sottoscritta da CISL e UIL), che avevamo giudicato negativa è tornata dai ministeri vigilanti addirittura peggiorata.     

  • Il Fondo di ente è diminuito di € 1.275.528,00 (da 318.016.330 a 316.740.802) perché i ministeri hanno vietato il trasferimento di risorse dal Fondo del personale delle qualifiche ad esaurimento (ex Art. 15) a quello del personale delle aree, destinando tale somma a risparmi di gestione.      
  • L’assegno di garanzia della retribuzione, istituito con il contratto integrativo quadriennale 1998-2001, diventa soggetto a decurtazione in base al coefficiente di merito individuale.
  • Circa i passaggi economici 2010, la nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 4 maggio 2012 autorizza l’adeguamento dello stipendio tabellare al livello economico superiore conseguito.    
  • Per quanto riguarda i passaggi previsti dall’Accordo triennale di programma per il  2011, la stessa nota del MEF dispone che si accantoni l’intero importo delle progressioni economiche previste per tale anno e che si proceda alla contemporanea decurtazione del capitolo indennità, per lasciare invariata la spesa. Un espediente contabile per fare in modo che i passaggi siano effettivamente a costo zero e non aumentino la retribuzione complessiva, come previsto dall’art. 9, DL 78/2010.

Siamo nettamente contrari ad assoggettare l’assegno di garanzia della retribuzione al coefficiente di merito individuale, perché tale istituto è la sintesi del vecchio salario di professionalità e delle indennità. E’ una voce consolidata del salario accessorio che ora l’amministrazione vorrebbe rimettere in discussione. Non ci stiamo.

 

Allo stesso tempo non troviamo alcun riscontro oggettivo alla richiesta dell’amministrazione di riassorbire il 100% del costo dei passaggi 2010 dall’assegno di garanzia e dalle altre voci del salario accessorio legate alla professionalità. Non è vero quanto affermato dalla CISL nel comunicato 12-2012 a proposito del riassorbimento “…che storicamente ha oscillato tra il 70% e il 100% dell’importo dei tabellari conseguiti…”. E’ falso, basta andare a rileggersi l’art. 19, commi IV e V, del contratto integrativo quadriennale 1998-2001, dove è scritto chiaramente che il riassorbimento è pari al 70% dell’incremento della retribuzione tabellare e non può superare il 50% dell’importo dell’assegno di garanzia. Quindi, storicamente, il riassorbimento in genere ha prodotto una decurtazione del 50% dell’assegno di garanzia.

 

Ne è consapevole anche quell’aquila del Capo del Personale che, nella riunione del 28 maggio, ha proposto di inserire nel contratto integrativo del 2012 un’interpretazione autentica di quanto scritto nel contratto integrativo 2010 per stabilire che la misura del riassorbimento è del 100%. “Ineccepibile”. Dopo due anni l’amministrazione si sveglia dal letargo e scopre che per far passare il riassorbimento nella misura del 100% lo deve pur scrivere da qualche parte e non trova di meglio che ipotecare il contratto integrativo 2012. L’avvocato Azzeccagarbugli era sicuramente più competente e politicamente più corretto.

Da parte nostra ci sarà una netta opposizione. La misura del riassorbimento è quella individuata dall’art. 19 del contratto integrativo quadriennale 1998-2001, ad oggi mai modificata. Non ci interessa se l’amministrazione per star dietro ai desiderata della CISL ha distribuito in incentivo le risorse economiche che dovevano restare accantonate per finanziare i passaggi. Prenda i soldi dal bilancio di ente ma i passaggi 2010 vanno pagati ai lavoratori, lo certifica anche il MEF.

 

 

TAVOLO TECNICO DEL MANSIONISMO

 

Il 25 maggio ha preso il via il tavolo tecnico sul mansionismo. Ci è sembrato, purtroppo,  di rivivere il clima del 2007, quando riuscimmo ad ottenere un analogo tavolo a seguito del nostro sciopero della fame del luglio di quell’anno, durato ben nove giorni. Furono avviati i lavori con una partecipazione quasi annoiata se non ostile da parte delle altre organizzazioni sindacali e il tavolo, ben presto, naufragò.

 

Questa volta abbiamo ascoltato in genere tante belle parole ma ci sembra, purtroppo, di rivivere quello stesso clima, tanto che il Direttore Centrale dell’Organizzazione, che presiede il tavolo, ad un certo punto ha dovuto esclamare: “Noi convocheremo il tavolo, poi chi ci vorrà stare parteciperà”. C’è una bella differenza tra quello che si legge nei comunicati sindacali e quello che le stesse organizzazioni sindacali rappresentano al tavolo del confronto.

 

Noi diamo molta importanza ai lavori del tavolo tecnico sul mansionismo, perché vogliamo togliere all’amministrazione la possibilità di muoversi liberamente in quelle zone grigie rappresentate dall’ambiguità delle norme e fare finalmente chiarezza sulle competenze che spettano a ciascuna figura professionale. Solo dopo, sul tavolo politico sindacale, porteremo a sintesi quanto emerso dal tavolo tecnico e avanzeremo proposte di soluzione ai problemi che sicuramente emergeranno dal confronto. Ci sembra il modo più corretto di procedere e anche quello più proficuo per costruire reali possibilità di soluzione al problema del mansionismo.