Leroy Merlin Castel San Giovanni, USB: rompere il sistema del caporalato, proseguire la lotta per cambiare davvero
Nel magazzino Leroy Merlin di Castel San Giovanni si è negli anni sviluppato un intreccio di interessi opachi e pratiche illegali dietro una filiera di appalti e subappalti che si è configurato come un vero e proprio sistema di dominio, privilegi, sottrazioni, esclusione, evasione contributiva e fiscale.
Le condizioni dei lavoratori hanno subito un tracollo in termini di estorsione dei diritti al pari degli istituti economici, previdenziali, normativi; è giunto il momento di cambiare.
Occorre ripristinare un clima di rispetto della legalità e dell'uguaglianza.
Le lotte dei facchini, determinate e coerenti hanno prodotto lo smantellamento di una montagna di illegalità, ma il ripristino delle più elementari norme di correttezza non significa che i problemi siano risolti.
Abbiamo avuto un primo incontro con il consorzio U.C.S.A. dal quale non è scaturito alcun accordo soddisfacente e infatti nulla è stato sottoscritto.
Sentiamo di dover continuare a lottare perchè il raggiungimento del risultato di un lavoro regolato dal rispetto della dignità e dei diritti, di un equo riconoscimento della fatica dei lavoratori, è un obiettivo ancora da ottenere.
Il primo necessario passo è il superamento della filiera di appalti, obiettivo che si può ottenere con l'internalizzazione diretta al livello del consorzio U.C.S.A. come dipendenti.
Infatti è maturata nei lavoratori la consapevolezza ferma che la stato di “soci lavoratori” lungi dall'affermare principi e valori di mutualismo e solidarietà è in realtà una condizione di estrema precarietà.
E' per contrastare tale fenomeno che USB rivendica inoltre la stabilizzazione di tutti i lavoratori in forza al 31/12/2017, mentre per coloro che non possiedono tale requisito chiediamo siano messi in una lista di prelazione alla quale attingere applicando il criterio dell'anzianità di servizio, con la salvaguardia della norma secondo la quale dopo la 5^ proroga si stabilizza.
A tutti i dipendenti non devono essere applicate le norme previste nel Jobs Act mantenendo le prerogative dell'art. 18 come da norma precedente.
USB rivendica il riconoscimento di un ticket pasto del valore di 5,29€ per ogni giornata di lavoro.
Proponiamo di rivedere l'inquadramento professionale secondo una suddivisione delle funzioni del magazzino in tre: 1) picking, smistamento manuale, 2) mulettisti, carrellisti movimentazione merci, 3) verifica qualità.
Si tratta di mettere al centro il riconoscimento di quelle professionalità ed esperienze di lavoro maturate da tutti coloro che hanno fattivamente partecipato in questi anni alla crescita di Leroy Merlin in un segmento di mercato altamente complesso e innovativo.
Il cambiamento che tutti auspicano debba avvenire deve concretizzarsi in un'organizzazione del lavoro trasparente, rispettosa dei lavoratori e della loro sicurezza: a partire dall'orario, dalla determinazione di carichi di lavoro sostenibili in un magazzino dove si scaricano container a mano, dove la fatica mina drasticamente la salute.
Nel magazzino si deve affermare il principio fondamentale e Costituzionale della libertà di affiliazione sindacale, in questo senso occorre garantire il diritto di assemblea e il riconoscimento dei delegati aziendali.
Le figure apicali e di responsabilità non devono coincidere con ruoli di rappresentanza sindacale per evitare posizioni di privilegio e dominanza nel magazzino.
Insomma il cambiamento di passo nel magazzino deve avvenire non solo nel cambio di nome del consorzio, ma nella sostanza del rispetto dei diritti del lavoro e dei lavoratori: nella legalità, nell'uguaglianza, nella sicurezza, in un salario dignitoso, nella dignità, nel non rendere schiavi mai.
USB LAVORO PRIVATO – SETTORE LOGISTICA