Livorno. SCIOPERO IPERCOOP: Adesione pressochè totale, ipermercato chiuso!
In allegato il comunicato, la risposta all'azienda e il volantino per lo sciopero generale dell'11 marzo
I lavoratori dell'Ipercoop di Livorno partecipano compatti allo sciopero indetto dalla RSU per sabato 26 febbraio, con la conseguenza che la saracinesca è rimasta abbassata per tutto il giorno.
Lo sciopero era stato indetto il giorno precedente, su mandato delle assemblee dei lavoratori, dopo che una lunga trattativa, che aveva ad oggetto il bacino dei precari da stabilizzare, le poche ore di lavoro dei numerosissimi part-time, le professionalità e gli adeguati inquadramenti contrattuali da riconoscere, la necessità di intervenire nella rotazione sulle domeniche e sui festivi, ha trovato un epilogo negativo nella giornata di martedì 22, quando la RSU ha dovuto registrare l'insoddisfacente risposta dell'azienda.
Mentre l'azienda comunicava alla RSU la crescita degli obiettivi di vendite e produttività dell'ipermercato, rispetto all'anno precedente, e che le aperture domenicali e festive sarebbero aumentate ulteriormente arrivando a 28 (fino al 2009 erano 18), in cambio concedeva poco. In sostanza la pretesa era quella di vendere di più con meno ore di lavoro a disposizione per i dipendenti, introducendo inoltre una forma di verticalità oraria per i part-time. Un'idea avversata dalla RSU in quanto impattante sul già difficile rapporto salario/tempi di vita dei lavoratori.
Il dialogo si è snodato nei mesi di gennaio e febbraio attraverso diversi incontri, senza portare gli avanzamenti sperati. Di qui le assemblee e l'indizione di sciopero della RSU volto a riaprire la trattativa su altre basi di dialogo.
Nella giornata di venerdì l'azienda ha diffuso un comunicato ai lavoratori con cui lo sciopero veniva attaccato senza mezzi termini, tanto da indurre la RSU a replicare immediatamente per la corretta informazione. Il sabato dello sciopero, a chiusura accertata, la Direzione ha affisso un pesante comunicato per i clienti sulla saracinesca abbassata con cui lo sciopero veniva definito "fatto in casa (??) da parte delle sigle sindacali presenti nell'ipermercato" e con altre frasi molto dure, fra cui addirittura un solenne "Non esiste in Italia un caso simile"...
Per tutta la giornata il piazzale antistante l'ingresso dipendenti è stato presidiato dai lavoratori, che a decine e decine anche con le famiglie hanno voluto dare dimostrazione che per loro non era un giorno per "fare festa" ma invece un giorno di protesta. Forte la voglia di partecipare attivamente, e forte anche la rabbia per il comunicato aziendale che in sostanza tratta 400 lavoratori come persone incapaci di valutare lucidamente sulle ragioni di uno sciopero e, di conseguenza, aderirvi. Non è accettabile la criminalizzazione di uno sciopero, unico strumento in possesso dei lavoratori per poter rivendicare diritti e salario, a meno che Unicoop Tirreno non abbia già sposato il Marchionne pensiero...