Luxottica: welfare davvero per tutti?
Luxottica, azienda nota ai più, oltre che per essere leader nel comparto dell’ottica, anche e soprattutto per l’attenzione al welfare dei propri dipendenti, con iniziative lodevolissime quali il bonus vita, il microcredito di solidarietà, il sostegno per l’acquisto dei testi scolastici ed universitari, ha compiuto in questi giorni uno “scivolone” proprio su una lavoratrice categoria protetta, in possesso dei requisiti di L. 104/92.
In seguito alla chiusura del punto vendita Vista Sì di Marcianise (CE), una delle dipendenti, che già aveva più volte in passato denunciato gli abusi della dirigenza della precedente gestione anche tramite la nostra Organizzazione Sindacale, si ritrova a dover fare una scelta obbligata fra due situazioni per lei insostenibili.
L’Azienda le propone infatti una collocazione in un punto vendita di Nola (NA), solo a patto che si riduca l’orario della metà, ovvero accettando un part time a 20 ore, oppure, per ottenere il “privilegio” di conservare il suo contratto full time, un trasferimento a oltre 150 km da casa, in un retail di Frosinone.
Questa proposta avviene nonostante nelle sole province di Napoli e di Caserta – le più vicine alla residenza della lavoratrice- siano presenti almeno una dozzina di punti vendita con insegna Vista Sì o Salmoiraghi & Viganò.
Ci risulta pertanto difficile credere che l’aut aut dell’Azienda non sia pretestuoso nella direzione delle dimissioni forzate della lavoratrice, che ha come unica “pecca lavorativa” quella di aver denunciato con forza comportamenti vessatori nei suoi riguardi e scorrettezze da parte di colleghi e superiori verso i beni aziendali. Scorrettezze che, se non portate alla luce, avrebbero danneggiato l’Azienda stessa.
L’incontro avvenuto nella giornata di giovedì 12 luglio fra la lavoratrice, i dirigenti aziendali e USB si è concluso con una rigida chiusura da parte della Luxottica, che si è dichiarata assolutamente sfavorevole alla ricerca di una soluzione, disponibile anche ad arrivare ad una parziale riduzione del suo orario lavorativo.
USB e la lavoratrice chiedono che l’Azienda torni sui suoi passi e agisca con umanità e rispetto delle norme e che venga rispettato il diritto sancito dalla Legge di poter assistere un genitore infermo senza dover rinunciare al posto di lavoro.
USB LAVORO PRIVATO