Ma che fine ha fatto il contratto? SISTEMA CONTRATTUALE FALLITO

Roma -

L’attuale sistema contrattuale prevede(rebbe) che ogni due anni si debba procedere al rinnovo economico delle buste paga e che, ogni anno, si debba contrattare una quota salariale accessoria derivante dalla maggiore produttività…

E’ il sistema contrattuale varato negli accordi di luglio (1992 e 1993) in sostituzione del precedente sistema, che, lo ricordiamo, si basava sulla SCALA MOBILE.

Risultato?

Per restare alle Agenzie Fiscali stiamo aspettando ancora (sono passati 27 mesi) il contratto per il biennio 2004-2005, sottoscritto in ipotesi, non da noi, a fine gennaio scorso, con contenuti ridicoli rispetto a quelli richiesti dai lavoratori proprio perché “in ritardo bisogna accontentarsi”… ebbene, il contratto è ancora all’analisi degli “organismi di controllo” e chissà quando diventerà esigibile…

Per il salario accessorio assistiamo alla parte più grottesca. Quella in cui Governo e Agenzie richiedono, con Piani Aziendali e Convenzioni, prestazioni sempre più elevate, cercano di imporre sistemi di valutazione individuale, oppure di controllo informatizzato della produzione, decisi quasi sempre unilateralmente. Ed in cambio? In molte realtà stiamo ancora contrattando fondi relativi alle prestazioni del 2003 (con tre anni di ritardo) e, comunque, manca la firma su una delle principali fonti di alimentazione del salario accessorio, quel comma 165, con cui ci stanno sottraendo circa 10.000 euro procapite.

Dopo quattordici anni è il caso di tirare le somme. Cosa ci ha portato la modifica varata con gli “accordi di luglio”?

Anni di ritardo ed investimenti sempre più bassi. Salari con cui ci compriamo sempre meno. Sistema che si aziendalizza e che, per far quadrare i conti, taglia le spese (vedi indennità di missione), inserisce lavoro precario ed esternalizza servizi.

Se così vi piace continuate pure a pensare che il sindacato sia quello che fa le convenzioni con le università private telematiche (di fatto aiutando lo smantellamento del sistema pubblico) o che, a discapito di altri, “vi” aiuta in una pratica di “trasferimento”, o, che, a discapito di altri, vi fa avere una quota di salario accessorio leggermente più elevata… noi crediamo che questo atteggiamento ci stia spingendo in un vortice che gira sempre più veloce e che, con lo specchietto dei risultati individuali, sta in realtà frantumando tutti i nostri diritti…

ORA DOBBIAMO DIRE BASTA.

 

ADERIRE ALLE RdB E’ UN DOVERE VERSO SE STESSI.

 

OBIETTIVO E’ IL RIPRISTINO DI CONDIZIONI DI DIRITTO UNIVERSALI, A PARTIRE DALL’ADEGUAMENTO AUTOMATICO
DEI SALARI AL COSTO DELLA VITA.


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