Natuzzi, il lupo perde il pelo ma non il vizio!
Il vecchio proverbio “il lupo perde il pelo ma non il vizio” si sposa perfettamente con la storia degli ultimi anni alla Natuzzi SpA. Per anni la Natuzzi, sfruttando al meglio finanziamenti europei, nazionali, regionali, formazione professionale, ammortizzatori sociali e chi più ne ha più ne metta si è trovata a gestire una quantità incredibile di fondi pubblici scaricando, quasi sempre, sui lavoratori le crisi industriali. Spesso le decisioni aziendali, tra cui anche i licenziamenti, sono stati annullati dall’intervento della magistratura.
Oggi, però siamo alle solite! Abbiamo già denunciato, la settimana scorsa, che la Natuzzi prima aveva fatto lavorare a pieno regime le maestranze per tutto il mese di marzo, poi aveva avviato la cassa integrazione a causa dell’emergenza Covid-19 annunciando sul relativo “verbale” (a suo buon cuore) che avrebbe anticipato le spettanze ai lavoratori. Poi, come se niente fosse, con un semplice sms comunicava ai lavoratori che avrebbe retribuito “solo” il 50% della paga impegnandosi a pagare il resto a fine aprile “a causa della grave situazione finanziaria della società”.
Noi, da parte nostra, avevamo subito detto che non eravamo disponibili a elemosinare nulla. Ribadendo che il salario è un DIRITTO stabilito tra l’altro anche nella Carta Costituzionale.
Come se non bastasse ieri la Natuzzi ha tenuto una riunione, a cui l’USB non è stata invitata perché non si è dimostrata prona alle richieste aziendali, per dire che pagherà il saldo delle retribuzioni di marzo il prossimo 24 aprile, bontà loro.
Ma la riunione, da quello che trapela, è servita per i vertici aziendali per “annunciare” (qui immaginiamo rulli di tamburo!) che il cda aziendale da un lato avrebbe deliberato un aumento di capitale di 15 milioni di euro e, ciliegina sulla torta, dall’altro si starebbero attivando per accedere ai prestiti enunciati dal governo per “uscire” dalla crisi economica amplificata dalla crisi sanitaria. Aggiungendo che queste decisioni permetteranno all’azienda di mettersi in regola con le retribuzioni.
Insomma siamo alle solite: non si riescono a pagare gli stipendi ma si annunciano mirabolanti “rilanci” aziendali. Passano gli anni ma alla Natuzzi il target aziendale più che produrre divani sembra quello di rincorrere bende e prebende pubbliche.
Noi da parte nostra, con dispiacere della Natuzzi (ce ne faremo una ragione!) continueremo a fare la nostra parte… sempre dalla stessa: con i LAVORATORI!
Coordinamento regionale USB L.P. – Puglia