Non lavoriamo per la guerra: il 5 agosto i portuali di Genova scioperano!
Genova si prepara a una giornata di sciopero contro la logistica di guerra. L’Unione Sindacale di Base Porto di Genova ha proclamato 24 ore di astensione dal lavoro per martedì 5 agosto 2025 al terminal PSA-GP, dopo aver ricevuto segnalazioni sul trasporto di materiale bellico all’interno di tre container della compagnia Evergreen, imbarcati sulla nave COSCO Pisces. La conferma è arrivata dai portuali del Pireo, in Grecia, nell’ambito di quella rete di solidarietà internazionale che da mesi si oppone al traffico di armi nei porti del Mediterraneo.
USB chiarisce che queste operazioni non rientrano tra i servizi essenziali tutelati dalla legge 146/1990, che garantisce solo le funzioni legate ai diritti fondamentali come salute, istruzione e comunicazione. Al contrario, la stessa normativa riconosce la legittimità dello sciopero quando è finalizzato a difendere l’ordine costituzionale e la sicurezza collettiva. Fermare la logistica di guerra non è quindi solo una scelta politica e morale, ma anche un diritto pienamente esercitabile.
La protesta si svolgerà a partire dalle ore 22:00 del 4 agosto fino alle 21:59 del giorno successivo, con un’astensione di otto ore consecutive per il personale amministrativo e turnista. Saranno comunque garantiti i servizi minimi previsti dal contratto e dalla legge. La proclamazione potrebbe subire variazioni in base alla programmazione della nave, ma il messaggio dei portuali è chiaro: non lavoreremo per la guerra.
Questa non è un’azione isolata. Negli ultimi mesi USB ha moltiplicato le iniziative per spezzare la catena logistica che alimenta conflitti e massacri. A giugno i lavoratori hanno incrociato le braccia all’aeroporto di Brescia Montichiari per bloccare un carico di armi, e a luglio il presidio davanti al Comune di Genova ha rilanciato la richiesta di dichiarare i porti liguri off limits per le spedizioni belliche. La mobilitazione è parte di un fronte internazionale che unisce i portuali di Francia, Grecia, Germania e Nord Africa: insieme, hanno già impedito il transito di navi e aerei carichi di armamenti destinati ai teatri di guerra.
La battaglia si combatte anche sul piano legale. Dopo che la Commissione di Garanzia ha tentato di limitare il diritto di sciopero, USB ha ribadito che considerare le armi un servizio essenziale è un’idea inaccettabile e contraria ai principi costituzionali. Da qui nasce la campagna “Il lavoro ripudia la guerra”, che rivendica un principio semplice: i porti italiani non devono diventare basi logistiche per i conflitti, ma restare luoghi al servizio delle comunità.
Lo sciopero del 5 agosto sarà un altro tassello di questa lotta e apre la strada a un obiettivo più ambizioso: l’assemblea internazionale dei portuali che si terrà a Genova il 25 settembre, preludio a un grande sciopero europeo previsto per l’autunno. “Non intendiamo essere complici della guerra – afferma USB –. Il porto è un bene comune, non una piattaforma militare”.
Genova, 26 luglio 2025
Unione Sindacale di Base Porto di Genova