NUOVAMENTE NEGATA A USB LA SALA IN DIREZIONE GENERALE

Nazionale -

ALL’INPS NON VOGLIONO SCOCCIATURE E DIROTTANO LE ASSEMBLEE ALL’INPDAP

 

Comunicato n. 30/12

Nel primo pomeriggio di venerdì 4 maggio il Capo del personale dell’INPS ci ha comunicato che in sede centrale non ci sono locali idonei ad ospitare l’assemblea indetta per il 9 maggio p.v.. La richiesta della sala era stata inviata all’amministrazione il 23 aprile. Ci sono voluti 11 giorni (!!!) per avere una risposta, per giunta negativa, che poi è la stessa che Ciro Toma aveva fornito lo scorso 3 aprile, quella volta il giorno stesso della precedente indizione dell’assemblea dell’11 aprile. Solo che allora si limitò a comunicare l’indisponibilità di locali idonei per motivi di sicurezza, senza offrire alternative, e fummo costretti a disdire l’iniziativa. Questa volta gli undici lunghi giorni saranno probabilmente serviti a Ciro Toma per contattare i gestori del Palalottomatica, dell’Ergife, dello Sheraton, alla ricerca di una sala confortevole e, soprattutto, idonea ad ospitare in sicurezza i circa 6.000 ipotetici partecipanti all’iniziativa che, avrà pensato, vorranno esserci per forza tutti e tutti comodamente sistemati. Alla fine, proprio l’undicesimo giorno, stremato dalla fatica e straziato dal cruccio di non poter garantire la sicurezza dei lavoratori che tanto gli sta a cuore, ecco illuminarsi la fatidica lampadina e produrre dal pertugio l’uovo di Colombo: il locale adatto è l’Auditorium della ex Direzione Generale dell’Inpdap, che può ospitare comodamente 400 persone, ben 100 in più della sala Mancini da noi richiesta ipotizzando una partecipazione massima di 200 lavoratori. Sì ma se poi arrivano tutti e 6.000?

 

Segue un dialogo immaginario e un po’ surreale…

- Ecco, se poi arrivano in seimila, Ciro Toma dove li sistema?

- E mica sono affari suoi, lui, tomo tomo, cacchio cacchio, il problema l’ha scaricato sull’Inpdap, che poi in effetti è Inps, ma non essendo ancora Inps è di fatto tutt’ora Inpdap.

- E la sala Mancini dell’Inps chi la può usare?

- Il vescovo, per officiare la Santa Messa di Pasqua o di Natale, in orario di lavoro, ovviamente, alla presenza dei massimi vertici dell’Istituto.

- E quanti sarebbero i potenziali partecipanti?

- Ma ovviamente gli oltre 2.000 dipendenti in forza alla Direzione Generale dell’INPS.

- Ma se la sala ne contiene circa 300 non ci sono problemi di sicurezza?

- In quel caso Ciro Toma si affiderebbe agli spiriti celesti, confidando nella buona stella e nel corno che stringe con forza sotto la tunica da chierichetto.

- E’ vero che, nei giorni scorsi, Ciro Toma ha autorizzato l’assemblea del Cral della Direzione Generale nella sala Aldo Moro della sede centrale, che contiene 99 posti a sedere?

- L’informazione è esatta, erano presenti circa quaranta lavoratori.

- E quanti sarebbero potuti essere gli ipotetici partecipanti all’assemblea?

- Tutti gli iscritti al Cral, circa 1.600 tra dipendenti ed esterni.

- E allora perché Ciro Toma non ha negato il locale o, quantomeno, non ha messo a disposizione quello con più capienza di posti, cioè la sala Mancini, che avete chiesto per la vostra assemblea? E perché in questo caso non si è posto problemi di sicurezza o del possibile accesso di soggetti esterni?  

- Il Cral gli mette allegria, un po’ come le sue battute delle quali è il solo a riderne e a capirne la comicità. E poi il commercialista di Campobasso fa quello che gli dice il padrone, in piena autonomia ovviamente.

- Ma lo scorso anno, la stessa sala Mancini che vi è stata negata, l’amministrazione dell’Inps non l’ha mica affittata per un fine settima all’Atac, l’azienda di trasporti di Roma, per un convegno? In quel caso chi può aver garantito la sicurezza di sabato e domenica, a parte la sconvenienza di concedere la sala ad un soggetto esterno e negarla ad un sindacato presente in azienda?

- Belle domande, ma a rispondere dovrebbe essere Ciro Toma.

- Dicono che al 13° piano della Direzione Generale ci sia una stanza nella quale si riunisce un gruppo di preghiera, ma può essere vero?

- Non solo è vero, ma si possono trovare gli inviti affissi sulle pareti della sede centrale, li chiamano gruppi di evangelizzazione. Oh, ma in sede centrale non c’è solo chi prega, ci sono pensionati che continuano ad avere un ufficio, c’è il supermercatino, e poi il fioraio, il fruttivendolo, l’ottico, l’orefice stabile e il venditore ambulante di gioielli che regolarmente fa il giro dei suoi clienti, la profumeria, il negozio di vestiti per uomo e quello per donna, un tempo c’era persino il sarto che ti cuciva i vestiti su misura.

- E Ciro Toma vi ha negato l’assemblea per problemi di sicurezza? Ma non è che niente niente gli state un po’ sul cazzo?

- Come disse Lui… tu lo dici.   

…Finisce così il dialogo immaginario.

  

La richiesta del 23 aprile era stata inviata anche al Direttore Generale, evidentemente troppo impegnato a salvare il proprio preziosissimo deretano dagli attacchi del Presidentissimo Mastrapasqua e, comprendiamo, come la tal cosa possa apparirgli molto più importante che occuparsi di garantire che nella Direzione Generale dell’INPS e nell’Istituto in genere i lavoratori possano  continuare ad esercitare con pienezza i propri  diritti, compreso quello dell’assemblea o dell’invio di mail sindacali, senza per questo finire sotto disciplina.

 

Non ci interessa sapere se il comportamento dell’amministrazione centrale è antisindacale per un giudice del lavoro, è sicuramente antisindacale per noi, perché limita la democrazia e ostacola un’iniziativa peraltro prevista dalla stessa normativa INPS, come il messaggio  N. 30260 del 17 dicembre 2007, mai sconfessato, che disciplina la partecipazione alle assemblee, che possono essere anche nazionali e alle quali ipoteticamente potrebbero partecipare tutti i 26.000 dipendenti dell’Istituto. Assemblee che anche negli ultimi anni si sono svolte in sede centrale senza incidenti e senza mettere in pericolo la sicurezza dei lavoratori.

 

L’assemblea del 9 maggio è annullata e la responsabilità ricade unicamente sull’amministrazione centrale. Non ci stiamo a farci espellere dalla Direzione Generale dell’INPS e promuoveremo adeguate iniziative per fronteggiare il violento attacco dell’amministrazione.