Proroga delle concessioni aeroportuali, USB: un passo indietro per la riforma del trasporto aereo

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La notizia riguardante l'emendamento inserito nel Decreto rilancio per la proroga di due anni delle attuali concessioni aeroportuali rappresenta un passo indietro sulla strada per la riforma del trasporto aereo, un settore nevralgico per il paese che ha bisogno di un cambio di rotta radicale.

 

Infatti, dopo i positivi interventi sulla nazionalizzazione di Alitalia e l'obbligo per tutti gli operatori di rispettare livelli minimi retributivi non inferiori ai CCNL applicabili, questo emendamento appare come un cedimento verso la potente lobby aeroportuale alla quale non interessa certo cambiare lo stato delle cose.

 

Per troppi anni le concessioni aeroportuali hanno rappresentato una lucrosa rendita privata di asset demaniali pubblici, dirottando ingenti risorse a favore delle società di gestione che avevano già approfittato delle inique direttive europee a difesa del libero mercato per scaricare il fattore lavoro sulle aziende di handling.

 

Questo processo di accumulazione di profitti è stato poi “investito” in restyling delle aerostazioni, trasformate sempre di più in centri commerciali su cui lucrare canoni di affitto sempre più onerosi a partire dal faraonico progetto di raddoppio di Fiumicino (poi per fortuna bocciato), e in molti casi in fondi di co-marketing per attrarre vettori low cost per aumentare il traffico passeggeri.

 

Non è neppure accettabile che la motivazione della maggiore crisi della storia dell'aviazione civile sia utilizzata per giustificare la proroga, dato che da anni queste aziende sono state ben gelose custodi dei loro profitti mentre sono state le prime a chiedere la socializzazione delle perdite.

 

Tutto questo processo è pesato e pesa tuttora sulle spalle dei lavoratori del trasporto aereo che vedono costantemente erosi i loro salari e i loro diritti grazie al dumping contrattuale messo in atto da operatori che approfittano di un mercato senza regole oppure a causa di appalti al massimo ribasso che ormai infestano tutti i sedimi aeroportuali.

 

Da anni USB reclama una riforma che riveda il regime concessioni e che ponga la questione della ripubblicizzazione della gestione degli aeroporti; è necessario che la torta della ricchezza che questo settore produce ogni anno sia ripartita in modo molto più equo, nell'interesse dell'intera collettività e non di poche società di gestione.

 

L'uscita dalla crisi del Covid-19 non può essere motivo di mantenere privilegi e rendite inaccettabili: abbiamo chiesto al Governo, in particolare alla Ministra dei Trasporti, l'apertura di un confronto ampio sul futuro di questo settore e di tutti i trasporti.

 

Se questo è il segnale di risposta, non potremo che prevedere una prossima mobilitazione a sostengo di una riforma che rimetta al centro del sistema dei trasporti i diritti del lavoro e della collettività.

 

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Trasporto Aereo