SE CI AVESSERO DATO RETTA…

Nazionale -

Le dimissioni di Antonio Mastrapasqua da Presidente dell’INPS arrivano almeno con un anno e mezzo di ritardo.

 

L’allora Ministro del Lavoro Fornero, di fronte alle migliaia di firme di richiesta di dimissioni del grande occupatore di poltrone raccolte in tutta Italia nel NO MASTRAPASQUA DAY e consegnatele dall’USB INPS, non fu capace – o meglio dire non volle – mettere mano a quello scandalo. Oggi, di fronte a indagini di carattere penale e il lesto fuggi fuggi dei sostenitori occulti e meno occulti finalmente la pressione politica ottiene le dimissioni del fu Presidente dell’INPS e si apre la questione della successione.

 

Ovviamente ora le grandi firme del giornalismo nazionale si sfidano a colpi di intere pagine sui maggiori quotidiani italiani per indagare i possibili retroscena, le ipotesi, per essere i primi ad azzeccare il nome giusto del prossimo Presidente (o Commissario) del maggiore ente previdenziale italiano. Fino a ieri silenzio assoluto. Decine di comunicati stampa dell’USB, mobilitazioni insieme agli utenti davanti le sedi dell’INPS per denunciare l’anomalo e assurdo comportamento del Presidente, incontri con i vari Ministri non hanno mai ottenuto l’onore di un trafiletto su nessuno di questi giornali. Così come mai si è inteso prestare attenzione alla nostra continua richiesta di revisione della governance degli enti previdenziali per restituire collegialità di gestione e finirla con l’organo monocratico (Mastrapasqua) ricostruendo il Consiglio di Amministrazione, verificando le professionalità dei componenti del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, garantendo le funzioni del Direttore Generale.

 

Ora ovviamente impazza il toto nomine – che tra l’altro fa rizzare i capelli in testa per i personaggi che vengono citati, buona parte dei quali, in altre vesti,  ha contribuito non poco alla demolizione della previdenza pubblica – mentre la questione di come ridefinire l’assetto dell’istituto, e quindi che ipotesi di futuro se ne intenda immaginare, passa in secondo piano.

 

La USB, che nell’INPS è nata alla fine degli anni 70 – allora ci chiamavamo RdB – e che nell’INPS è oggi il terzo sindacato avendo ampiamente scavalcato sia il sindacato autonomo CISAL sia la UIL, non ha nessun interesse al toto-nomine, ha però grande interesse all’Istituto che verrà, ne è interessato per tutti i lavoratori e i cittadini e ne è interessato per chi nell’INPS ci lavora con grande dedizione e scarsissimo apprezzamento.

 

Se chi diventerà il prossimo Presidente dell’INPS verrà con l’intenzione di rilanciarlo per farlo tornare un esempio virtuoso di pubblica amministrazione, se si batterà per la primazia della previdenza pubblica rispetto agli appetiti sindacal/affaristici nella previdenza privata, se assicurerà maggiore trasparenza negli appalti e ridurrà il peso delle società esterne, se saprà farsi valere nella difesa dei propri dipendenti, se vorrà puntare i piedi di fronte ai continui tentativi di scaricare addosso all’Istituto compiti e spese che non gli sono propri, allora la USB sarà pronta a fare la sua parte, altrimenti, chiunque vinca la gara alla poltrona più scottante del momento dovrà vedersela con chi, come noi, alla previdenza pubblica non vuole proprio rinunciare.

 

Confederazione nazionale USB