SIAE. Si predica bene…, si razzola male…Presentato il ricorso ex Art. 28

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In allegato il comunicato

Solo poche settimane fa leggevamo sui giornali le lamentele del Presidente della Siae, Gino Paoli, che denunciava pubblicamente l’esclusione dell’Ente da un importante convegno cui partecipavano i Presidenti di Camera e Senato.


Sperando quindi in un atto di coerenza, con una lettera aperta, abbiamo chiesto un suo autorevole intervento sull’analoga situazione che riguarda la nostra O.S.; come è noto, infatti, la SIAE, pur essendo stata costretta dalla sentenza della corte costituzionale del Luglio 2013 (ricorso CGIL contro FIAT) a riconoscere le RSA del Sindacato Autonomo Siae – USB, si ostina a non convocare la nostra O.S. al tavolo negoziale, rei di aver osteggiato la firma del CCNL durante il referendum 2012.



Purtroppo il nostro appello sembra caduto nel vuoto e di questo siamo veramente rammaricati in quanto, come si può leggere in un recente comunicato stampa firmato dalla Confederazione USB, condividiamo il messaggio del Presidente Paoli sulla questione Diritto d’Autore: giusto compenso di un lavoro creativo troppo spesso occulto che soltanto la SIAE ente pubblico, può equamente ripartire tutelando soprattutto la creatività artistica giovanile ed emergente”.


A riprova di quanto gli autori restino in penombra, chi ricorda i nomi di quelli delle canzoni presentate in questi giorni al Festival di Sanremo? Eppure, come raramente accade, sono stati sempre citati dai presentatori appena dopo il titolo!



Di contro non possiamo condividere alcune recenti scelte aziendali che rischiano di penalizzare proprio i giovani autori, così come non possiamo condividere quelle che in questi due ultimi anni hanno fortemente penalizzato il personale concedendo soprattutto una eccessiva libertà di azione e di discrezionalità all’Amministrazione.


Abbiamo però sempre espresso una critica costruttiva, proponendo soluzioni per migliorare l’efficienza e l’immagine della SIAE che, a nostro avviso, dovrebbe essere un obiettivo primario, anche per evitare che azioni prodotte contro l’Ente da soggetti fortemente interessati trovino facile supporto nel coro dell’opinione pubblica.

Avendo quindi riscontrato la totale sordità della controparte, malgrado tutta la nostra buona volontà di avviare un confronto dialettico nel rispetto delle differenti posizioni ed interessi, ci vediamo costretti ad agire legalmente, ricorrendo al Giudice del Lavoro (ex art. 28 L.300/70 - Statuto dei Lavoratori) per contrastare un comportamento che riteniamo discriminatorio ed antisindacale.