Thales Alenia Space: non siamo una colonia vogliamo sviluppo e occupazione
Più volte come RSU e come USB nazionale abbiamo denunciato il depauperamento delle competenze presenti nei siti di Roma, Milano, L’Aquila e Torino, da parte dell’azionista di maggioranza Thales, sotto il controllo del governo francese.
Le ultime riorganizzazioni confermano la volontà dell’azionista francese di centralizzare su Parigi le competenze tecnologiche, le strategie decisionali, la gestione del personale, le strategie di mercato, il portafoglio ordini e le scelte sugli investimenti.
In questo quadro la decisione di mortificare lo stabilimento di Milano, è una scelta grave che colpisce tutto il segmento spaziale italiano di Thales Alenia Space. Vogliamo ricordare le diseconomie pesanti che abbiamo subito, dalla chiusura del centro d’integrazione di via Salaria, alla riduzione del sito di Milano, passando per la perdita di prodotti di competenza italiana ora migrati altrove, senza dimenticare l’imposizione di processi di enginering, gestionali e tecnici poco performanti. A questi fattori si aggiunge l’imbuto parigino sugli investimenti, il tutto ha prodotto il risultato di relegare TAS-I a un ruolo ancillare.
Sia ben chiaro, non c’è nessuna lettura di tipo “nazionalistico” nei confronti dei colleghi dipendenti francesi, ma la denuncia di un’azienda più grande che si sta pappando un’azienda più piccola. A farne le spese in primo luogo sono i dipendenti di quest’ultima, in secondo luogo ne esce defraudato il sistema paese, che sullo spazio ha un peso europeo, infrastrutture che vanno dall’industria al vettore, passando per il sistema di controllo in volo fino facoltà universitarie e ai centri di ricerca.
In ambito spaziale stiamo subendo l’identico processo di de-industrializzazione e subordinazione nei confronti grandi gruppi industriali, commerciali, finanziari per lo più legati a multinazionali francesi e tedesche.
Un processo di sottrazione di ricchezza e riduzione a ruolo di sotto fornitori, che è il naturale epilogo della stagione delle svendite e delle privatizzazioni.
Nel prossimo futuro ci sono diversi programmi nazionali ed europei legati alle infrastrutture e agli sviluppi tecnologici. Si tratta di svariati miliardi di euro che si traducono in occupazione, politica di sviluppo dei siti e crescita delle competenze e del tessuto industriale e tecnologico.
Il settore spaziale lavora su grandi infrastrutture satellitari, che operano sulle comunicazioni, sull’osservazione, sulla difesa, sulla navigazione e sulla ricerca scientifica, a questo si aggiunge lo sviluppo delle nuove tecnologie tra cui l’IOT. Tutti ambiti che hanno e avranno ricadute dirette e sempre più connesse allo sviluppo della società e su cui non ci può essere una subalternità.
Vogliamo investimenti per i siti italiani per migliorare le condizioni di lavoro negli stabilimenti, ampliare le camere pulite e i laboratori.
Roma attende da tempo un Centro Integrazione Satelliti di livello dopo il folle abbandono di via Salaria. È tempo di dare coerenza alle fasi d’ingegneria, integrazione, soprattutto in vista dei programmi futuri e lo vogliamo con uno sviluppo del Centro integrazione Satelliti a Roma.
Chiediamo il rafforzamento e il rispetto delle competenze dei siti italiani, per garantire lavoro e crescita.
Sono necessari investimenti per sviluppare competenze e acquisire nuove conoscenze. Questo significa stanziare risorse economiche sia per lavorare a un ricambio e sia per avviare un percorso di nuove assunzioni e di stabilizzazioni, per quanti da tempo lavorano in TAS-I per conto di ditte esterne.
RSU USB Thales Alenia Space – Sito di Roma
USB Lavoro Privato