TRASPORTI: USB, A FINE MAGGIO RAFFICA DI SCIOPERI PER RILANCIARE IL SETTORE ED IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ

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Locandina in allegato.

Il degrado del comparto dei trasporti nel nostro Paese sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti, alimentato dalla mancanza di una politica generale sulla mobilità, dalla latitanza dei governi e delle istituzioni, dall'assenza di controlli da parte degli enti preposti, dalla preservazione di spazi di mala gestione nelle aziende pubbliche e dai miseri fallimenti delle privatizzazioni.


Unica istituzione “efficiente”, la Commissione di garanzia, protagonista indiscussa della repressione anti-sciopero, utile a imporre una pace sociale coatta.


 

L’USB intende contrastare il degrado in corso mettendo in calendario il 30 maggio una serie di iniziative di lotta nel settore:


 

sciopero nazionale di 24 ore del Trasporto Pubblico Locale, contro il business delle privatizzazioni, realizzate sulla pelle dei cittadini e del reddito indiretto, e dei lavoratori del settore con l’azzeramento dei contratti e l’attacco ai livelli di sicurezza degli autisti, senza intervenire alla sulla politica clientelare che sta distruggendo un bene comune;


 

sciopero di 24 ore nazionale del Trasporto Aereo, contro il disastro occupazionale e industriale di un settore nel quale metà degli occupati rischia il posto di lavoro e all'altra metà si chiedono tagli ai salari e ai diritti acquisiti, mentre si perde il conto delle svendite ad acquirenti esteri e dei fallimenti di aziende;


 

Anche nel comparto Ferroviario e quello Marittimo l’USB è pronta a riprendere il conflitto contro l'attacco ai diritti del lavoro e ai livelli di sicurezza, contro la modifica dell'età pensionabile che costringe i macchinisti a lavorare fino ad un'età impensabile, l'allungamento degli orari di lavoro e alla repressione compiuta, anche attraverso licenziamenti, contro chi richiede il semplice rispetto delle regole a tutela della salute e dell'incolumità dei lavoratori e dei passeggeri.


 

L’USB è al fianco dei lavoratori e dei cittadini per chiedere a gran voce un cambio di rotta radicale in un comparto strategico per il Paese e una politica generale della mobilità basata sulla tutela dell'occupazione, dei diritti e del reddito dei cittadini.