Trasporto pubblico e Covid-19: il vergognoso caso Busitalia-Sita Nord riapre il tema sicurezza di lavoratori e utenti. Le proposte USB per un servizio sicuro e dignitoso

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Alcuni operatori di esercizio di Busitalia-Sita Nord sono entrati in contatto con un collega di lavoro risultato positivo al viru, e ne hnno dato doverosa comunicazione all’azienda e alle ASL. Il servizio di Igiene e Sanità Pubblica competente ha disposto l’esecuzione di un test molecolare nei giorni successivi dichiarando che “non viene disposto isolamento in quanto operatore di un servizio essenziale, ma viene fatto obbligo dell'adozione di tutte quelle misure atte a limitare il rischio di un possibile contagio verso la popolazione (DPI, mascherine, accurata igiene delle mani, ecc.).”

Una decisione che ha costretto il lavoratore a continuare la prestazione lavorativa nei giorni seguenti quando, di fatto, il tampone è poi risultato positivo innescando così la consueta catena di contagi.

USB Lavoro Privato, fin dal primo evento ha scritto immediatamente al Prefetto di Perugia, all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, ai NAS, alla ASL Umbria 1 e alla stessa BusItalia Sita Nord contestando l’assurda superficialità sia dell’azienda che della ASL e denunciando la mancata adozione di misure adeguate di prevenzione.

Tutto questo mentre le solite organizzazioni sindacali confermavano e condividevano l’impossibilità della quarantena dei lavoratori entrati in contatto con colleghi positivi, impegnandosi ad individuare specifici turni per diminuire l’esposizione a più soggetti; in altre parole, se sei un lavoratore di un servizio pubblico essenziale, la tua salute e quella dei tuoi familiari ha meno valore.

Una logica questa che all’interno della società di TPL ha visto, in pochi giorni, diversi casi di contagio e la ASL Umbria1, anche se alla nostra nota di denuncia ha rivendicato la propria decisione iniziale, ha poi provveduto a disporre la quarantena a tutti i lavoratori entrati in contatto con colleghi positivi.

Una storia vergognosa questa, che evidenzia quanta poca responsabilità abbiano tuttora sia le aziende che le istituzioni nel merito della sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro; anche a fronte della pandemia e dell’allarme sociale che sta montando proprio in questi giorni le aziende continuano a farsi i conti nonostante il fiume di soldi pubblici incamerati, contando sulla superficialità di chi dovrebbe gestire con serietà e responsabilità una situazione di tale gravità.

USB Lavoro Privato non cederà di un solo passo sulla questione della sicurezza nel TPL, la cui rilevanza è stata recentemente sottolineata da Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma: “Noi abbiamo fatto tantissimo nei porti e negli aeroporti, siamo diventati riferimento europeo ed anche internazionale, ma i trasporti metropolitani sono un elemento di grande preoccupazione. Bisogna raddoppiare i trasporti a Roma e in tutte le città italiane”. 

 

Pretendiamo:

  • che in tutte le aziende esercenti Trasporto Pubblico Locale si effettui l’aggiornamento della valutazione dei rischi, ai sensi degli art. 17-28-29-271 del dlgs 81/08, per rilevare, sulla base della specifica attività effettuata dai lavoratori, il livello di esposizione al rischio di contagio da coronavirus.
  • di mettere a conoscenza i lavoratori di quali misure di prevenzione-protezione di tipo collettivo e individuale, a livello organizzativo e strutturale, sono state programmate e/o attuate per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. Vogliamo ricordare che il Decreto-legge 23 febbraio 2020 n. 6 ( Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19) fornisce solo delle indicazioni generali e delega al datore di lavoro l'obbligo di adottare,sulla base della specifica valutazione dei rischi, le misure di prevenzione-protezione adeguate per garantire la tutela della salute dei lavoratori.
  • di consegnare "tempestivamente" agli RLS copia del DVR aggiornato e di effettuare con loro una riunione urgente sui rischi da coronavirus; di consegnare"tempestivamente" ai lavoratori la parte del DVR aggiornato relativa ai rischi connessi con la propria attività.
  • di elaborare procedure operative di sicurezza sul tema (sia per la prevenzione dei rischi che sulle modalità operative previste in presenza di casi di contagio da coronavirus), di effettuare corsi di informazione-formazione-addestramento dei lavoratori, sulla base dei rischi specifici di contagio connessi con la propria mansione e sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (mascherine ecc).
  • di effettuare una sorveglianza sanitaria specifica per individuare i lavoratori che, sulla base delle loro patologie, sono maggiormente esposti ai rischi connessi con il contagio da coronavirus e, di conseguenza, necessitano di specifiche misure di prevenzione e protezione (minori, lavoratori oltre i 60 anni, lavoratori con nota immunodeficienza ecc); questa misura vale, in particolare, per le donne in stato di gravidanza.

Inoltre riteniamo necessario che vengano adottate "tempestivamente" misure di prevenzione e protezione,"collettive"ed individuali.

 

Considerato che:

  1. Lo scenario in continua evoluzione rende difficoltosa la valutazione precisa del livello di rischio di esposizione al contagio da coronavirus per i lavoratori del  trasporto pubblico"; considerato, inoltre, che il flusso e le caratteristiche dei passeggeri dei mezzi di trasporto pubblico non sono facilmente controllabili e prevedibili.
  2. Le misure di prevenzione-protezione, descritte in seguito, si propongono di prevenire l'eventuale contagio dei lavoratori ma anche la riduzione del livello di stress lavoro-correlato alla "paura del contagio"; queste misure, inoltre, hanno una funzione duplice, poiché  la prevenzione dei rischi per il lavoratore "autista" fornisce, al contempo,  maggiori garanzia di protezione anche per i passeggeri.
  3. Il datore di lavoro, ai sensi degli articoli citati del Dlgs81/08, se non è in grado di escludere il livello di esposizione al rischio del lavoratore, deve adottare, anche a livello precauzionale, il livello massimo di misure di prevenzione-protezione disponibili.

Sulla base di queste considerazioni chiediamo, per garantire il livello massimo della tutela della salute dei lavoratori, l'adozione delle adeguate misure di prevenzione-protezione.

  • Pareti divisorie trasparenti per la delimitazione dell'area della postazione di guida.Per evitare che gli autisti siano esposti al contatto con i passeggeri ad una distanza inferiore di 1,5 mt, si  precisa che i  "divisori", già presenti sugli autobus più recenti, possono considerarsi adeguati se il livello di delimitazione del posto di guida garantiscono che l'autista non sia  esposto al contatto-contagio da parte di eventuali passeggeri "infettati".
  • Dispositivi di segnalazione-delimitazione dell'area della postazione di guida.Per gli autobus più "vecchi", in attesa dell'installazione dei  "divisori" è necessario installare immediatamente dei dispositivi per segnalare-delimitare l'area della postazione di guida. Un'ipotesi di misura di prevenzione-protezione, di fattibilità immediata, potrebbe essere la seguente: installazione, ad una distanza di 1,5 mt dall'autista, di una "cinghia" di delimitazione per i passeggeri (o, in alternativa, dei nastri di segnalazione) solidamente agganciata ai due lati, la cui apertura può essere effettuata solo dall'autista; blocco della porta d'ingresso anteriore dell'autobus. In questo modo si può delimitare in modo efficace l'area del posto di guida senza creare problemi, in caso di situazioni d'emergenza, per un esodo rapido dei passeggeri dal veicolo; l'autista, infatti, potrebbe sganciare istantaneamente la "cinghia di delimitazione" e riaprire la porta anteriore del bus.
  • Pulizia ed igienizzazione-sanificazione adeguata del veicolo (quotidiana per la cabina di guida) e dei locali di lavoro e, in particolare, dei servizi igienico-sanitari. Si precisa che, anche se i lavori di pulizia vengono "appaltati"ad un'altra azienda, il datore di lavoro dell'azienda committente deve verificare, ai sensi dell'articolo 26 del dlgs 81/08, che i lavoratori  dell'azienda appaltatrice siano dotati dei dispositivi di protezione adeguati rispetto ai rischi di contagio del virus (ad es: mascherine con filtri di tipo Fpp2-3, guanti e, se necessario, occhiali di protezione).
  • Erogatori di gel igienizzante per le mani: precisiamo che il numero degli erogatori deve essere adeguato per essere facilmente fruibili dai lavoratori (ad esempio a distanza massima  di 1-2 m dalla postazione di lavoro).
  • Misure di prevenzione che possono provocare la mancata attività da parte del lavoratore. In questi casi il datore di lavoro, poiché la mancata prestazione non dipende dalla volontà del lavoratore, deve garantire le normali condizioni retributive.

Dopo il pesante e triste periodo segnato dal lockdown, tutti - dalla politica ai media - sembrano essersi dimenticati dei lavoratori dei servizi pubblici essenziali, a partire dagli operatori della Sanità. Gli “eroi”, come avevamo predetto, non esistono più, né per la politica, né per i media, né per quei sindacati che con la beffa dei premi-Covid se ne lavano le mani, chinandosi agli interessi aziendali.

L’Unione Sindacale di Base - Lavoro Privato rimane impegnata nel rendere possibile un servizio pubblico sicuro e dignitoso che risponda in modo efficiente alle reali esigenze dei territori in un contesto di lavoro sano e rispettoso degli operatori del settore. 

 

 

USB Lavoro Privato

Coordinamento Nazionale settore TPL

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