UE: SCENDE IN PIAZZA A BRUXELLES LA RISPOSTA SINDACALE EUROPEA ALLA TROIKA E AI SUOI DIKTAT -foto, video-
Si è da poco conclusa, in Place de Luxembourgh a Bruxelles, la manifestazione internazionale indetta dai principali sindacati europei del settore Trasporti a cui ha partecipato anche una folta delegazione dell’Unione Sindacale di Base. (in allegato, foto dell’arrivo delle delegazioni).
 
Animata da circa 1.000 delegati, la manifestazione è stata indetta per protestare contro le politiche dell'Unione Europea, che sostengono le privatizzazioni, le liberalizzazioni, il dumping sociale, l’outsourcing e gli attacchi alle condizioni di lavoro e ai diritti dei i lavoratori.
 
Gli interventi succedutisi in piazza hanno tutti sottolineato l’importanza di rafforzare il fronte comune per contrastare i diktat della Troika, che in spregio alla volontà dei cittadini europei intende imporre provvedimenti antidemocratici; come la recente proposta di forte limitazione, in tutti i paesi dell’UE, del diritto di sciopero, che verrebbe assoggettato al diritto dell’impresa ed al mercato.
Oltre ai rappresentanti sindacali è intervenuto anche il Capogruppo del GUE (Sinistra Unitaria) al Parlamento Europeo.
 
Secondo USB, la manifestazione odierna rappresenta una prima importante risposta sindacale internazionale a cui seguiranno ulteriori mobilitazioni. Primo appuntamento in Italia, il prossimo 31 marzo a Milano, con la manifestazione nazionale contro l’Europa delle banche e contro il governo Monti. Inoltre, proprio da Place de Luxembourgh, è stata lanciata una giornata europea di mobilitazione sui trasporti, che verrà fissata congiuntamente da tutte le organizzazioni presenti oggi a Bruxelles.
VIDEO
Traduzione dell'intervento di Staccioli per USB:
Amici e Compagni dei trasporti di tutta Europa,
Per  noi di USB, il più grande sindacato di base italiano, fortemente   radicato e rappresentativo di migliaia di lavoratori italiani in tutti i  settori dei trasporti, è un onore essere oggi qui con tutti voi a  dimostrare insieme contro la scellerata politica di liberalizzazioni e  privatizzazioni nel settore dei trasporti imposta da questa Unione  Europea, dalla BCE insieme al FMI, nell'anniversario della pubblicazione  del “Libro bianco sui trasporti”.
Siamo onorati ma sentiamo anche  una grande responsabilità, perché abbiamo di fronte una grande sfida che  tutti insieme siamo chiamati a raccogliere: lottare contro questa  Europa della finanza che sta colpendo uno dei settori più importanti e  nevralgici di ogni paese come quello dei trasporti.
Per questo  crediamo che oggi sia un appuntamento che ha un grande valore, che vada  inserito in un cammino, fatto anche di piccoli passi, che ci deve  condurre a infittire i rapporti tra i sindacati che in Europa  condividono la stessa visione verso una sempre più grande mobilitazione  contro quelle politiche che distruggono la società, la solidarietà e  l'economia nel nome di una finanza senza più scrupoli.
Noi vogliamo  portare la testimonianza di quello che accade nel nostro paese,  l'Italia, una delle grandi malate di questo continente che sta pagando a  carissimo prezzo una crisi che parte dalle enormi speculazioni  finanziarie e che sta incidendo sulla carne e sul sangue dei lavoratori e  dei pensionati.
Nell'estate del 2011, la troika UE-BCE-FMI ha  recapitato una lettera all'allora Presidente del Consiglio Berlusconi,  chiedendo con estrema durezza misure immediate che colpissero il nostro  sistema pensionistico e i redditi da lavoro dipendente insieme ad una  riforma del mercato del lavoro che rendesse più facile il licenziamento,  ma, anche e soprattutto, portando avanti liberalizzazioni selvagge e le  privatizzazioni dei servizi pubblici, per primi dei trasporti locali,  che pure avevano visto il 57% della popolazione dire no al referendum  popolare vinto nel giugno del 2011.
Tutto questo nel nome del  pagamento di un debito non contratto dai lavoratori ma a loro accollato,  per il quale si è persino disposti a esautorare la sovranità di ogni  popolo, calpestare la democrazia e cancellare la volontà della  maggioranza schiacciante dei cittadini.
Nel nostro paese già il  settore del trasporto aereo è stato liberalizzato e privatizzato da  almeno 10 anni, con il risultato eccellente di aver prodotto il  fallimento della più grande compagnia, Alitalia, causando la perdita di  migliaia di posti di lavoro, e di aver lasciato il 40% del mercato a  chi, come la RyanAir, affitta i lavoratori tramite agenzie dell'est  Europa e non paga un centesimo di tasse e contributi.
Anche il  settore marittimo vede i privati spartirsi le spoglie economicamente più  redditizie della grande compagnia statale Tirrenia, mentre i servizi  vitali da e per le isole o quelli che non sono economicamente redditizi  perché non collegati ai grandi flussi turistici sono lasciati alla mano  pubblica, nel nome del più classico dei motti: privatizzare i profitti e  socializzare le perdite.
Il settore ferroviario e quello del  trasporto pubblico locale sono ancora quasi pubblici,  grazie anche alle  grandi lotte messe in piedi da anni dai lavoratori e dalla cittadinanza  in loro difesa. Oggi, però, il governo tecnico guidato da Mario Monti,  nel pieno rispetto del mandato della troika, dopo aver messo mani al  sistema pensionistico e presentato la proposta di legge sui  licenziamenti facili, sta mettendo in agenda di colpire questi due  settori, destrutturando i contratti per il primo, in modo da favorire  l'ingresso dei privati, e mettendo in vendita il secondo, nonostante  l'esito dei referendum del 2011.
E' paradossale che la vendita a  gruppi finanziari dei trasporti nazionali avvenga proprio mentre gli  effetti della crisi uniti all'aumento del prezzo della benzina, grazie  anche all'aumento delle tasse, stanno spingendo i cittadini all'utilizzo  maggiore dei trasporti pubblici, dimostrando con chiarezza, semmai ce  ne fosse stato bisogno, quanto sia strategico il sistema dei trasporti  per un paese e quale sia l'importanza come bene comune.
Bene comune che invece il nostro governo e la UE vogliono privatizzare regalandolo alla finanza.
Per  questo USB è orgoglioso di partecipare a questa prima giornata di  protesta contro le privatizzazioni per la nazionalizzazione dei  trasporti, proprio nell'anniversario della pubblicazione del libro  bianco sui trasporti.
Noi non vogliamo solo fare testimonianza delle  lotte che portiamo avanti con forza nel nostro paese contro la svendita  dei trasporti e a favore della ripubblicizzazione degli stessi, ma  riteniamo fondamentale costruire tutti insieme un percorso che, partendo  dalle analisi fatte insieme nel gennaio del 2011 a Londra, portino a un  fronte sempre più conflittuale e sempre più forte contro queste  politiche.
Tutto quello che sta accadendo avviene nel solco del  Trattato di Lisbona e dei suoi precetti, una vera e propria  contro-costituzione Europea che la stragrande maggioranza di noi si è  vista imporre senza avere neanche la possibilità di votarla, la quale ha  elevato il profitto quale unico criterio a scapito del lavoro e dei  diritti.
In questo contesto, la voracità degli interessi finanziari  non si fermerà davanti a nulla: per esempio oggi l'EASA (l'ente europeo  della sicurezza del volo) sta studiando di abbassare ulteriormente i  limiti della sicurezza degli equipaggi pur di rispondere ai voleri delle  compagnie in cerca di maggiori profitti; lo stesso siamo sicuri stia  accadendo, o stia per accadere, nel settore ferroviario, in quello  marittimo e in tutti i trasporti pubblici locali.
Così come le  compagnie e gli armatori sono lasciati liberi di utilizzare tutti gli  strumenti per ridurre i salari, creare dumping tra lavoratori, toccare i  livelli di sicurezza, spazzando via i servizi e le già scarse regole  contrattuali.
Questo disastro è sotto gli occhi di tutti e tutto  questo continuerà ad accadere se in Europa non si leverà una voce forte e  conflittuale per fermare questo scempio, superando anche quegli schemi  di rappresentatività sindacale in sede UE che fino ad adesso si sono  mossi in un binario morto fatto di sostenibilità e di concertazione, la  quale non ha prodotto nessun risultato positivo per i lavoratori.
Per  questo USB crede e propone che oggi sia il tempo di fare un passo  avanti e cominciare a pensare tutti insieme, nei tempi e nei modi che  decideremo insieme, alla prima giornata di mobilitazione di tutti i  settori dei trasporti in Europa.
Connettiamo le lotte - Uniti si vince.
Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.
 
							     
					 
							 
							 
							 
						 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
    
			 
						 
    
			
		
	
 
    
			