Un grazie alle migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno sostenuto le lotte per la democrazia messe in campo dall'Usb dopo l'accordo del 10 gennaio
In questo anno e mezzo, da quando è stato firmato l’accordo mirato a condizionare gli spazi di democrazia nei luoghi di lavoro, ci siamo ritrovati assolutamente da soli a fronteggiare questa deriva autoritaria.
Non abbiamo avuto sponde dagli altri sindacati né vi sono state sponde da parte delle forze politiche e sociali, per le quali la democrazia nei luoghi di lavoro, evidentemente, non costituisce una priorità.
Grande è stata la corsa di sindacati nazionali e locali a sottoscrivere l’accordo, ad aderirvi, tanto da rendere impossibile la costruzione di fronte sindacale che vi si opponesse. E’ stata una difficoltà di non poco conto cui abbiamo cercato di far fronte con le nostre sole forze.
In questo lungo periodo abbiamo però avuto il conforto delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno firmato per consentirci di presentare le liste dell’USB in decine di aziende nell’industria, nei trasporti ed in altri settori.
Migliaia di lavoratori che hanno sottoscritto le nostre liste pur sapendo che la nostra mancata adesione all’accordo avrebbe comportato l’esclusione dalle elezioni per il rinnovo delle RSU.
Analogo ringraziamento a quelle migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno sottoscritto gli appelli alle commissioni elettorali per chiedere che le elezioni si svolgessero senza l’applicazione del 10 gennaio.
Ringraziamo anche tutti coloro che hanno partecipato alle innumerevoli iniziative attuate dall’USB, dai presidi davanti ai luoghi di lavoro, davanti ad alcune sedi dei sindacati stipulanti, al parlamento, alla notte bianca per la democrazia, alle manifestazioni, ai convegni, o che hanno organizzato le elezioni alternative, collocando urne fuori dai luoghi di lavoro ed invitando a votare i candidati delle liste dell’USB quando escluse dalle commissioni elettorali ecc., od anche che hanno disertato le urne, seguendo le indicazioni date dall’USB nelle aziende in cui le nostre liste sono state respinte.
Un ringraziamento allo staff dei nostri legali, che hanno costruito un’articolata linea vertenziale iniziata con i ricorsi legali a livello di singole aziende, contro l’esclusione delle nostre liste, per poi presentare il ricorso nazionale contro Confindustria e CGIL CISL UIL, chiedendo al giudice di dichiarare illegittime ed anticostituzionali varie parti dell’accordo del 10 gennaio, come anche al Forum Diritti Lavoro, che abbiamo sempre avuto al nostro fianco con idee ed iniziative cui hanno partecipato sindacalisti, costituzionalisti, giuslavoristi, parlamentari, esponenti di quelle stesse forze politiche che poi non hanno ritenuto di dar seguito alle loro dichiarazioni.
Un particolare grazie va alle centinaia di lavoratrici e lavoratori che si sono candidati nelle nostre liste, ai componenti delle commissioni elettorali ed agli scrutatori da noi nominati quali componenti dei seggi, che hanno accettato tali cariche pur sapendo quanto la strada fosse in salita e che le commissioni elettorali, dominate dagli altri sindacati, avrebbero potuto escludere le nostre liste, cosa poi accaduta quasi ovunque e che, in raccordo con le federazioni provinciali si sono fatti carico di presentare i ricorsi contro l’esclusione delle liste, alle commissioni elettorali, ai comitati dei garanti e poi di organizzare i ricorsi legali.
Vi sono poi da ringraziare gli iscritti all’USB, che con i loro contributi sindacali hanno consentito di far fronte alle pesantissime spese legali che hanno seguito le sentenze negative sancite dalla magistratura, che, tanto per cambiare, emette sentenze allucinanti arrivando ad affermare “ che l’USB non aveva titolo a fare il ricorso per far dichiarare illegittime, antidemocratiche ed anticostituzionali alcune parti dell’accodo interconfederale in quanto non vi aveva aderito …..”.
Più di tutti sono da ringraziare i lavoratori e gli iscritti delle decine di aziende in cui si sono svolte le elezioni delle RSU e le nostre liste sono state respinte. Lavoratori ed iscritti che sono stati privati della possibilità di votare candidati di loro fiducia, di avere propri rappresentanti scelti e votati in elezioni libere e democratiche. Così non è stato ed anche nelle rare eccezioni in cui le commissioni elettorali hanno ammesso le nostre liste abbiamo dovuto assistere al turpe intervento delle aziende e di confindustria che presentavano ricorsi contro i risultati elettorali o non riconoscevano i nostri RSU.
Tutto questo possiamo capirlo, visto che i nostri candidati e le nostre liste hanno sempre raccolto grandi risultati nelle elezioni e quasi sempre i nostri candidati sono i più votati e questo non può non preoccupare il padronato ed i sindacati suoi complici.
In queste aziende non abbiamo più la nostra rappresentanza ed i nostri compagni e compagne sanno che le cose nei prossimi anni saranno difficili ed a loro dovremo far sentire la nostra vicinanza, il nostro sostegno, con ogni mezzo a nostra disposizione.
Questo siamo stati in grado di fare, questo abbiamo fatto combattendo contro tutto e tutti, nella convinzione che la partita per la democrazia nei luoghi di lavoro è una partita aperta, dove si possono conseguire vittorie e sconfitte. La mancanza di una legge sulla rappresentanza sindacale ha fatto segnare ancora un arretramento dei diritti dei lavoratori ma non siamo disponibili a dichiararci vinti.
Invertire questa tendenza è possibile a condizione di costruire una forte e determinata rete di rappresentanti sindacali che, nei luoghi di lavoro, costituiscano la diga al modello autoritario e antidemocratico voluto dalla Confindustria e da CGIL CISL UIL.
Il loro accordo non potrà fermare la spinta alla democrazia nei luoghi di lavoro, le regole che hanno imposto non fermeranno la determinazione dei lavoratori, le regole possono essere aggirate, i codicilli vanificati, le loro sanzioni ( peraltro ancora non recepite dai contratti nazionali ) rispedite al mittente. Con questo impegno e determinazione e dopo un anno e mezzo di ostinata e solitaria lotta di contrasto all’accordo sulla rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro del 10 gennaio 2014, il consiglio nazionale dell’USB ha deciso di aderirvi per riconquistarsi spazi di rappresentanza nel settore privato.
Tutto questo non può essere vanificato e sarà compito dei lavoratori prima di tutto utilizzare questo strumento che l’USB mette a loro disposizione, costruendo le lotte, presentando le nostre liste ovunque vi siano rinnovi di RSU, iscrivendosi all’USB per dargli la forza di imporre un reale cambio di marcia nel mondo del lavoro.