Unicredit. LA RUPE TARPEA DEL TERZO MILLENNIO
In allegato il comunicato, la proposta e il protocollo
Anche se hai lo stipendio più basso, tra i colleghi di tutta la “vecchia Europa”, tu costi troppo!
Il tuo lavoro, segmentato e parcellizzato all’infinito, lo può svolgere benissimo ed anche più in fretta di te, uno più giovane che, se vuole lavorare, si deve accontentare di un salario molto più basso del tuo e quindi, devi capire, per il bene della società e delle generazioni future, sali sulla rupe e vola giù!
I sofisti, al soldo dei potenti di turno, hanno imperversato in tutte le epoche storiche ma mai come in quest’ultimo periodo, sono arrivati a sostenere tesi così palesemente illegittime e contraddittorie, anche in forza del sostegno che ricevono da parte del coro mediatico orchestrato da quegli stessi padroni che li supportano.
Il protocollo firmato in ordine ai 4700 esuberi nel gruppo Unicredit alle cinque del mattino del giorno 18 è l’ennesima nefandezza perpetrata ai danni dei lavoratori dipendenti, la fascia più debole della società, compiuta a penna armata da alcuni portavoce della finanza internazionale di concerto con una delle peggiori specie di sofisti del nostro secolo che usurpa l’appellativo di sindacalista.
Parafrasando una celebre poesia di Garcia Lorca gli auguriamo che nel futuro possano vivere i loro momenti di gloria alle cinque della sera, come sarebbe più logico e, per noi, anche più giusto.
Innanzitutto occorre spazzare il campo da una prima enorme menzogna che in coro ripetono i sacerdoti del buon accordo: il momento è difficile ma abbiamo strappato notevoli miglioramenti! Vi alleghiamo la prima proposta preparata dall’azienda e la stesura dell’accordo finale: confrontate i due testi, così potrete constatare con i vostri occhi quali e quanti cambiamenti siano riusciti ad ottenere! Sfidiamo chiunque a trovare un cambiamento di un qualche valore ed inoltre c’è da rilevare che per realizzare questo avvilente e penoso teatrino più di settanta “quadri sindacali” sono stati in trasferta a Milano per sei giorni, a spese nostre!
Si capisce perché i documenti delle trattative rimangono segreti ai più e le consultazioni dei lavoratori, ormai, fanno parte della preistoria, fatta eccezione quando gli si può ricattare con la minaccia di un danno maggiore!
Seconda grande menzogna: abbiamo costruito un patto generazionale!
No! Avete contribuito a sfruttare ancora di più tutti i lavoratori, sia i giovani che gli anziani.
Nelle situazioni nelle quali i lavoratori non possono essere pagati di meno (pubblico impiego, industria, cantieri, catene di montaggio ecc.) i nostri “sofisti”, come ordina il padrone, ripetono ossessivamente che in seguito all’allungamento della vita media non si può andare in pensione se non si è lavorato di più ed a più tarda età, ed aggiungono: per non farsi pagare per troppo tempo la pensione dai giovani(come se non si fossero versati i contributi per una vita intera!) occorre realizzare un patto generazionale!
Come vedete, nel nostro contesto bancario dove, con gli accordi in deroga e non solo, i lavoratori possono essere pagati di meno cercano di sfruttare la stessa illusione del patto generazionale ma ribaltando completamente il concetto: dovete lavorare di meno ed anticipare l’età pensionabile, se poi non riuscirete a garantirvi una pensione meno insoddisfacente e graverete prima sulle casse dello Stato questo al padrone, pardon, al mercato non interessa.
Tutto si fa per soddisfarlo in ossequio al principio della sacralità del profitto privato di pochi e della socializzazione delle perdite dei più (questa volta anche la CGIL si è pronata completamente davanti al dio moloch, anche se ha resistito da sola per tante ore!)
Se si volesse realizzare una vera solidarietà tra generazioni si dovrebbe smettere di sottoscrivere accordi per la sanità complementare nei quali i pensionati, che generalmente hanno più bisogno di cure mediche, hanno coperture più basse e più costose!
Ma già, il pensionato non può più produrre sovrapprofitti per il capitale. VERGOGNA!
Veniamo alla menzogna più grande, al nodo fondamentale: l’azienda ha diritto di ricorrere ai licenziamenti collettivi ai sensi della legge 223/91. FALSO!
La legge prevede tale ipotesi solo per una effettiva riduzione di personale riconducibile a riduzione o trasformazione o cessazione di una attività aziendale ma non per una selezione della specie alla ricerca del lavoratore meno costoso: qualcuno direbbe che ci azzeccano le 2200 nuove assunzioni per ricoprire le stesse esigenze operative?
Aggiungerebbe pure, qui sento puzza di truffa allo Stato!
Tutti coloro che lavorano, sia negli uffici che nelle filiali, sanno benissimo che ovunque gli organici sono sottodimensionati, altro che esuberi!
Anche se tutti e nove i sindacati riconosciuti (meditate perché altri non lo sono!) e firmatari di contratto hanno sottoscritto l’accordo, L’ACCORDO NON RISPETTA LA LEGGE perché “contra legem” e quindi è illegittimo ed impugnabile!
Ricordiamoci che una menzogna anche se ripetuta all’infinito resta sempre una menzogna, invitiamo quindi tutti coloro che non accettano di essere trattati in questo vile modo a RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE.
Altre tre brevi considerazioni: - lo stato di crisi non lo si può invocare perché si guadagna di meno e soprattutto prendendo come punto di riferimento il 2007, anno in cui le Banche hanno “realizzato” profitti stratosferici, mai realizzati da quando sono nate, grazie alle ricadute dei mutui subprime e dei prodotti derivati;- la buona uscita di quarantamilioni di euro elargita a Profumo è compatibile con uno stato di crisi? e come mai si sono ritenuti equi ed “etici” degli incentivi per i più limitati a 6/8 mensilità contro i dieci anni dati all’amministratore delegato che già veniva remunerato per un anno della sua attività con cento anni di lavoro di un quadro di primo livello e per di più porta, assieme agli altri manager, la responsabilità dello stato di crisi?- dopo le analoghe “concessioni” avvenute in altre tre banche, questo accordo rappresenta l’ennesima svendita, operata dai sindacati complici, dei diritti così faticosamente conquistati con i precedenti CCNL, con l’aggravante che, a differenza dei casi precedenti, nessuna sigla si è rifiutata di firmare: i colleghi che sono scesi in piazza con la Fiom quando batteranno un colpo? Aspettano forse di udire le prossime lodi ai contratti individuali?
LAVORATORI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!
SOTTO LE INSEGNE DEL SINDACALISMO DI BASE!
USB LAVORO PRIVATO - Settore Credito e Assicurazioni
Roma, 20 ottobre 2010
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