Usb: a Malpensa di selvaggio c'è solo il subappalto sfrenato di Ryanair
Nella tarda mattinata di martedì 1° agosto, ENAC di Malpensa ha provveduto ad emanare il provvedimento che già da tempo tutte le organizzazioni sindacali degli aeroporti milanesi, rappresentative della totalità dei lavoratori, nonché il gestore aeroportuale avevano richiesto: cioè quantomeno ritardare l’ingresso della cooperativa Alpina, subappaltante di AGS, nell’area rampa di Malpensa sino all’esito del ricorso al Tar della Lombardia promosso da SEA, onde evitare di mettere a rischio migliaia di posti di lavoro.
Perché si è voluti arrivare all’ingovernabilità degli aeroporti milanesi, con i disagi causati ai passeggeri, per ottenere questo risultato? Il buon senso orientava da subito verso un’unica strada, quella indicata anche dal gestore aeroportuale SEA con il suo ricorso al Tar contro l’ingresso della cooperativa, motivato dall’imminente pubblicazione di un bando di gara per la limitazione delle quantità di aziende di handling operanti negli scali milanesi.
È da oltre un anno e mezzo, da quando cioè Ryanair è arrivata a Malpensa con la sua caratteristica tipologia di lavoro malpagato e i subappalti, che i sindacati chiedono a tutti i livelli istituzionali e agli Enti Regolatori di intervenire per impedire un dirompente dumping sociale e un decadimento verticale di sicurezza, legalità e servizi (come insegna la storia delle cooperative già presenti nell’ambito del Cargo di Malpensa).
Si è scelto invece di ignorare il grido di allarme del sindacato, che a fatica conteneva le sempre più crescenti preoccupazioni dei lavoratori. Preoccupazioni che si sono alla fine tradotte nelle forme di protesta di martedì. Si è ignorata anche l’iniziativa del Gestore aeroportuale che ha individuato i pericoli di tenuta del sistema aeroportuale milanese in caso di subentro delle cooperative, smentendo di fatto la tesi di comodo della battaglia corporativa del sindacato.
Si sono posti lavoratori e organizzazioni sindacali con le spalle al muro, alla mercé di una cooperativa che rifiuta anche le mediazioni del Prefetto di Varese, in spregio ad ogni correttezza istituzionale, nel nome del massimo ribasso dei costi e della corsa a quel tipo di profitto malsano che non tiene conto della sostenibilità sociale.
FILT-CGIL, FIT-CISL, UIL-Trasporti, UGL-TA, FLAI-TS, USB-LP, CUB ADL non enfatizzano né tanto meno celebrano quanto accaduto ieri. Fotografano anzi la sconfitta di un sistema che dovrebbe privilegiare il dialogo. La cooperativa, che si muove invece con scaltrezza nelle zone grigie delle regole, non rispettando per prima la legge sullo sciopero (con una procedura di raffreddamento regolarmente aperta, AGS non avrebbe potuto compiere l’atto unilaterale di far entrare in subappalto Alpina), non subisce da parte dell’autorità competente sanzioni di alcuna natura.
Sulla correttezza di AGS Handling basterebbe invece riportare il suo recente rifiuto ad applicare congruamente la clausola sociale del CCNL (per l’acquisizione del vettore Albastar), che non ha provocato perdita di posti di lavoro solo per la responsabilità sociale dimostrata da Airport Handling, e la conseguente, recente espulsione di AGS dall’associazione datoriale di categoria Assohandlers.
Il rinvio sottoscritto oggi da ENAC sposta lo stesso identico problema avanti di un mese. Verosimilmente il primo settembre il Tar non si sarà ancora pronunciato sul ricorso di SEA ed Alpina potrebbe entrare a Malpensa.
ENAC, Prefettura, MIT e MISE vorranno riportare il clima ai livelli di tensione esplosi oggi tra i lavoratori e governati a fatica dal sindacato? Oppure si utilizzeranno i trenta giorni a disposizione per andare oltre una blanda moral suasion ed impedire la distruzione del sistema aeroportuale milanese e del suo indotto per mano di soggetti senza scrupoli, magari intervenendo sulla regolamentazione ENAC in materia di subappalti ?
Il Sindacato è aperto a qualunque proposta costruttiva e tutelante per l’utenza e i tremila lavoratori interessati dalla vertenza.
Unione Sindacale di Base