USB: progetto PAC Regione Lazio. servizio ai cittadini o aumento rischio contagio non retribuito?

Roma -

La proposta del vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori di utilizzare volontari che recapitino a casa la spesa agli anziani è stata prontamente accolta da alcune associazioni di volontariato - come ACLI, Croce Rossa e Caritas – dando vita al progetto PAC “Porto a casa”.

 

Il progetto nasce per dare man forte ad un piano antiassembramento, per evitare quelle lunghe file davanti ai supermercati che ormai siamo abituati a vedere, e vedrà coinvolti ben 4000 volontari.

 

Ci chiediamo se, prima di attivare progetti di sostanziale lavoro non retribuito, non sarebbe stato più opportuno da parte delle amministrazioni locali sensibilizzare la cittadinanza a non recarsi di continuo nei negozi per la spesa. Non una parola, non un comunicato in tal senso infatti sono stati diffusi.

Ai volontari verranno forniti i dispositivi di protezione individuale previsti, la cui carenza però è largamente diffusa per gli operatori dei supermercati. Certamente, poi, la possibilità di consentire ai volontari di saltare le file genererà forti malumori fra gli utenti “comuni” che si vedranno perciò costretti ad attese più lunghe.

 

Ci chiediamo inoltre se non sia il caso di retribuire chi decide di prestare questo servizio, anziché appellarsi ad associazioni di volontariato. Potrebbe essere il caso di incentivare nuove assunzioni in questo momento, da parte delle grandi aziende della Grande Distribuzione Organizzata, dal momento che non si trovano di certo in sofferenza economica.

 

A soffrire sono sicuramente i lavoratori e le lavoratrici di questo comparto, costretti a turni massacranti, spesso in assenza di tutele per la sicurezza.

 

Ci chiediamo infine chi controllerà lo stato di salute dei volontari del PAC e se questo, alla fine, non risulterà un modo certo per incentivare la diffusione del contagio da Covid 19, dal momento che ci saranno migliaia di persone in giro per i comuni del Lazio, per portare la spesa a quelle che al momento solo le fasce più deboli della popolazione: anziani soli e persone malate.

La proposta però mira ad estendere il servizio degli “angeli della spesa” (così li chiama Leodori) a più cittadini possibile, generando a nostro avviso un rischio altissimo.

 

 

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