La democrazia sindacale in pericolo

Roma -

 

NON PASSERAN !

 

Si intensifica l'attacco alla democrazia sindacale nei luoghi di lavoro con l'intento di procedere alla "normalizzazione" delle relazioni sindacali e marginalizzare il ruolo delle RdB/CUB, unico sindacato antagonista e conflittuale.

Stavolta, non si tratta di singoli episodi contestualizzati, ma di un disegno preordinato che dispiega i suoi effetti a tutto campo.

Dopo l'uso di norme e sbarramenti per la verifica della rappresentatività e di una ignobile imposizione alla firma dei contratti nazionali, introdotti con il passato governo di centrosinistra (Bassanini), ora si passa al vincolo della firma anche sul rinnovo del CCNL relativo ai bienni economici come requisito fondamentale per l'ammissione alla contrattazione integrativa.

Con questo ricatto, attuato con le circolari dell'Aran e le risposte del Ministero della Funzione Pubblica, si tenta di estromettere le RdB/CUB dal tavolo negoziale, in quanto unica organizzazione sindacale a non aver sottoscritto, lo scorso 7.12.2005, il CCNL relativo al biennio economico 2004/2005.

Tale situazione  già avviene in due ministeri, cosiddetti "minori".

In altri dicasteri, di spessore politico più "rilevante" e dove le RdB/CUB sono presenze forti e consolidate, la strategia di estromissione è più complessa ed articolata.

Al Ministero dell'Economia e delle Finanze, l'amministrazione si è detta pressata da alcuni capi dipartimento periferici e, ultimamente, anche da una nota di diffida presentata dal sindacato Federazione Intesa.

Si è arrivati, quindi, alla formulazione della nota n. 25049 del 22.3.2006, trasmessa a tutte le sedi di contrattazione negoziale, dove le RdB/CUB vengono ammesse "con riserva" ai tavoli contrattuali in attesa della risposta ai due quesiti proposti dall'amministrazione, rispettivamente, all'Aran e al Dipartimento della Funzione Pubblica.

 

La nota di diffida della Federazione Intesa si commenta da sola ed è la naturale conseguenza della prassi di questo "sindacato giallo", che si fa strumento di operazioni di basso profilo per servire il padronato pubblico ed ottenere elargizioni prettamente clientelari.

Insomma, si sono prestati a fare da "testa d'Ariete" a copertura di altri.

 

Le pressioni periferiche derivano dall'attivismo sindacale delle RdB/CUB che impediscono, ad alcuni dirigenti, di gestire gli uffici periferci come se fossero botteghe di loro proprietà.

Basta visitare alcuni Dipartimenti Provinciali e vedere cosa è successo, ad esempio, a Reggio Calabria o a Cagliari, per citare i casi più eclatanti.

Ma anche nei dipartimenti centrali e negli uffici dislocati sul territorio di Roma, l'auspicio e la gioia alla estromissione delle RdB/CUB risulta consistente ma silente.

 

Questo, è quanto avviene nel nostro dicastero.

 

E' evidente che la situazione è estremamente pericolosa.

Una risposta sfavorevole ai quesiti, sulla presenza delle RdB/CUB alla contrattazione, determinerebbe la nostra esclusione dal tavolo negoziale.

Le RdB/CUB non ha nessuna intenzione di restare in attesa di "sentenze burocratiche" di affossamento delle libertà sindacali e della democrazia partecipativa.

La democrazia sui posti di lavoro non passa attraverso l'interpretazione di un codicillo da parte del burocrate o del "cravattaro" di turno ma è patrimonio e diritto inalienabile di tutti i lavoratori.

Per questo, le RdB/CUB ritengono che su questo terreno si risponde colpo su colpo, con la più alta mobilitazione dei delegati, delle RSU e dei lavoratori tutti.

La difesa della democrazia sindacale sui posti di lavoro è stata già assunta come prioritaria dalla Federazione delle Rappresentanze Sindacali di Base nella piattaforma programmatica del Pubblico Impiego.

Sono già state indette le prime iniziative di sostegno, a partire dal 31 marzo 2006, con la Giornata Nazionale a difesa del lavoro pubblico.

 

Elenco delle iniziative indette per il 31 marzo 2006