Lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle cooperative sociali è stato un successo
Centinaia di persone sono giunte a Roma, in Piazza Santi Apostoli, il 10 aprile per testimoniare la loro situazione di sfruttamento inasprita dall'attuale rinnovo del CCNL che lascia i lavoratori e lavoratrici del settore in grande sofferenza. Presidi si sono svolti anche in altre città, come a Genova e Torino.
Si continua a non rispondere alle esigenze di cui le persone hanno bisogno, a cominciare dal salario, rispetto ai dati strutturali della nostra società, in cui l'inflazione continua ad ondeggiare secondo i venti di guerra che soffiano da parte dell'occidente. Influiscono anche gli accordi territoriali al ribasso o i cambi appalto, che caratterizzano questo ed altri settori, producendo non solo precarietà, ma anche la morte, come ci fa presente l'ultimo, triste, esempio in provincia di Bologna.
Ma la richiesta più forte che era alla base dello sciopero è stata quella dell’internalizzazione dei servizi contro il ricorso degli enti pubblici agli appalti a partire dagli educatori ed educatrici per l’autonomia e la comunicazione per i quali sono stati già presentati sia alla Camera che al Senato ben tre Disegni di Legge da parte di esponenti della maggioranza di governo che dell’opposizione.
La piazza, dove hanno portato la loro solidarietà i deputati Francesca Ghirra e Francesco Silvestri, ha visto un susseguirsi d'interventi portando il contributo dei lavoratori e delle lavoratrici da nord a sud d’Italia. Una piazza composta da tutte le figure professionali, dagli educatori, agli OSS in servizio presso le strutture sanitarie e nei servizi domiciliari passando per tutti gli operatori sociali impiegati nei diversi servizi sociali e di supporto alle fragilità.
Trent'anni di privatizzazioni, in Italia, hanno smantellato un apparato pubblico per darlo in pasto ai privati, foraggiando così gli interessi delle cooperative ormai asservite a logiche aziendaliste e di mercato. Guerra e carovita combinate con il taglio alle risorse e al sistema degli appalti stanno producendo lavoratori e lavoratrici sempre più sottopagate.
Una delegazione è stata ricevuta dal presidente della X Commissione lavoro della Camera dei deputati. USB ha espresso le ragioni della piazza ribadendo chiaramente i temi centrali della protesta afferenti alla contrarietà al nuovo CCNL di settore e alla richiesta di internalizzare i servizi.
È stata rappresentata la necessità impellente di calendarizzare, nelle commissioni e nelle aule parlamentari, là dove ancora non è avvenuto il dibattito sulle tre leggi presentate per l'internalizzazione, come pure l’impegno del Governo sull’INPS in merito alla garanzia reddituale di tutti i lavoratori e lavoratrici durante i mesi di chiusura delle scuole o dei servizi in cui sono impiegati.
È stato segnalato come il combinato disposto tra mancanza di risorse e sistema degli appalti produce lavoro sottopagato e rende inesigibili i diritti dalle famiglie vulnerabili, dagli anziani non autosufficienti passando per la disabilità e tutte le fragilità presenti nella società con i loro specifici bisogni.
Il sistema di welfare privato con fondi pubblici ad oggi non regge più, da una parte vi è una privazione dei diritti ai beneficiari dei servizi e dall'altra è in essere un sistema che restituisce un salario povero ai lavoratori del settore.
Il tema politico del ritorno al pubblico dei diversi servizi socio assistenziali e socio sanitari privatizzati negli ultimi anni deve essere al centro dell’attenzione del Parlamento e del Governo. Il presidente della X Commissione lavoro della Camera si è impegnato ad affrontare il prima possibile i temi esposti e di convocare USB prossimamente per proseguire il confronto.
La strada da percorrere è ancora lunga, ma un grande passo è stato compiuto, esponendo sia le ragioni dei lavoratori e lavoratrici sia la loro forza manifestata nella piazza Roma gremita di lavoratori e lavoratrici non più disposte ad accettare queste condizioni di lavoro.
La USB si impegna, nelle prossime settimane, ad aprire un confronto in tutto il settore per una stagione di vertenze articolate anche territorialmente per rivendicare diritti e dignità per il lavoro sociale.
USB Lavoro Privato
Settore Cooperative Sociali